Figli e nipoti pensano all’Italia usando l’espressione “Nazione Madre”. Siamo stati noi, i vecchi, nonni e bisnonni, ad averglielo insegnato.
di GIACOMO SCOTTI
Mancavano due giorni alla fine dell’anno 2002. Nella sala grande della vecchia sede degli Italiani di Dignano, ultimo piano della Casa Comunale, una piccola folla di “Bumbari” era raccolta per rievocare, a due anni dalla morte, la poetessa concittadina Adelia Biasiol. La quale, alla fine, è perfino entrata in sala, attraverso quella magica scatola che è il televisore, per rivolgerci il suo tenero sorriso e farci ascoltare le sue poesie dette con calda voce.
In sala, insieme a molti anziani, ho visto non pochi giovani. Alcuni di loro hanno recitato i versi di Adelia. A un certo punto, dopo il recital mi si è avvicinata l’amica e collega Elis Geromella-Barbalich, responsabile de La Battana, per pormi questa domanda: “Il futuro della comunità nazionale italiana: cosa ne pensi?”. E poi: “Vorrei che mi parlassi dei giovani”. Mi ha dato un mese di tempo per la risposta. Vulcanico come sono, ho preso subito carta e penna appena tornato a casa.
Facile porre domande, mi sono detto, ma come si fa a rispondere in un microcosmo nel quale la terza e quarta generazione di connazionali istro-quarnerini del secondo dopoguerra, le attuali, sono per lo più il frutto di matrimoni etnicamente misti? Come si fa a parlare di giovani italiani nazionalmente “combattivi”, come qualcuno li vorrebbe, se uno dei genitori italiano non è? Dovrebbero “ripudiare” il padre o la madre?

PIRANO CIRCOLO ITALIANO. Circolo Italiano di Cultura, CIC, di Pirano: “L’ora della fiaba in lingua italiana”, 20 novembre 2019. Foto di Nataša Fajon. L’ora della fiaba in lingua italiana è organizzata nell’ambito del programma culturale della Comunità autogestita della nazionalità italiana di Pirano, in collaborazione con la Biblioteca Civica di Pirano, e nasce dall’idea di offrire al bambino l’opportunità di scoprire, attraverso la lettura, il libro come “oggetto misterioso” che diverte e fa delle magie diverse da quelle dei giocattoli. Il bambino scopre che aprire un libro vuol dire aprire una finestra su altri mondi: quello della realtà e quello della fantasia, quello dei sogni e quello delle cose di ogni giorno. L’ora della fiaba in lingua italiana fa sì che i bambini si riconoscano come parte di una comunità che condivide luoghi, tradizioni e linguaggio.
Sono giovani cresciuti senza intolleranze nazionali. Fortunatamente, portano nel sangue anche quello dei “barbari” slavi, con questi slavi vivono ogni giorno, dappertutto. Gli stessi matrimoni misti che altro sono se non frutto di amore, a sua volta frutto della convivenza e della reciproca conoscenza? Certo, poi si arriva anche ad avere una coscienza di appartenenza nazionale, ma questa è il risultato non di un cognome ma di una scelta, di una opzione linguistica e culturale che comincia con la scuola, con la scelta della scuola da frequentare. Una scelta che discende da quella già fatta da uno o da ambedue i genitori in passato, oppure dal nonno e dalla nonna, cioè da quei maledetti “rimasti”, che per decenni hanno sofferto solitudine e umiliazioni.
Come si fa ad affrontare serenamente, oggi, il problema dei giovani connazionali in scuole elementari ottennali e medie superiori che, pur portando l’etichetta di italiane nel quadro delle scuole statali della Croazia e Slovenia, sono frequentate da un’alta percentuale (che arriva fino al 70 per cento in alcune località) di ragazzi e ragazze che italiani non sono? Quando mi capita di assistere alle feste annuali della maturità del Ginnasio di Fiume (e ci sono andato per rallegrarmi dell’allegria di tutti i miei figli), feste che si svolgono regolarmente nella sede sociale della Comunità degli Italiani, oppure di andare al nostro Ginnasio nella pausa della ricreazione per contattare la preside o alcuni docenti, be’, di italiano o di dialetto fiumano ne sento ben poco. E la cosa mi rattrista.

PIRANO CIRCOLO ITALIANO. Circolo Italiano di Cultura, o CIC, di Pirano: “Letture al faro. Il giardino delle verità nascoste”. Foto di Nataša Fajon.
Poi quegli stessi ragazzi recitano meravigliosamente Leopardi e altri nostri poeti e tengono, in un italiano brillante, discorsi di saluto alla presenza dell’allora presidente Ciampi, degli ambasciatori e consoli generali d’Italia che li vengono a trovare. E allora il cuore mi si gonfia di commozione. Come quando, invitato dalle professoresse Massarotto all’ottennale “Dolac” e Mazzieri al Ginnasio, recito a quei ragazzi le mie poesie ed essi mi abbracciano con un alto chiacchierio tutto italiano.
Spesso faccio questa riflessione: se la nostra “Piccola Italia”, sparsa dalla Slovenia alla Croazia in condizioni socio-politiche diverse, potesse essere trapiantata in un unico posto nella penisola appenninica, formerebbe una cittadina con circa 35 mila abitanti in maggioranza anziani. Ebbene, trovatemi una tale cittadina in Italia con una così alta percentuale di intellettuali quanti ne conta la nostra CNI, Comunità degli Italiani, in grado di produrre un quotidiano, un quindicinale, un mensile per ragazzi, una rivista culturale trimestrale con circa quarant’anni di ininterrotta vita, fornire giornalisti per gli studi radio-televisivi di Pola, Fiume e RTV Capodistria, senza contare alcune emittenti private; fornire un piccolo esercito di insegnanti per asili, scuole elementari e medie, sfornare studiosi e ricercatori per il Centro di Ricerche Storiche di Rovigno e alcune altre istituzioni culturali della nostra minoranza, e traduttori specializzati dal croato e sloveno in italiano a centinaia di enti, istituzioni ed aziende.

PIRANO CIRCOLO ITALIANO. Circolo Italiano di Cultura, CIC, di Pirano. Festa di San Giorgio 2019, la processione per le vie del centro piranese, 28 Aprile 2019.
Ecco, anche questa è una delle nostre specifiche “dimensioni” entro le quali crescono e maturano i nostri giovani, quali che siano i loro cognomi e i loro intrugli e miscugli etnici. Si può capire la preoccupazione di chi non vede di buon occhio la presenza nelle nostre scuole di tanti ragazzi e ancor più ragazze di origine non italiana. Ma se dovessimo chiudere le porte delle “nostre” scuole ai bambini e giovani “diversi”, molti di questi istituti finirebbero per chiudere i battenti e gli italiani “purissimi” andrebbero… ad ingrossare le file delle scuole croate e slovene.
Come già accadde fra il 1953 ed il 1957, quando dalle scuole italiane di Cherso, Neresine, Lussinpiccolo e Lussingrande, Albona, Arsia, Abbazia, Laurana, Pisino e di altre località furono cacciati gli alunni con i cognomi terminati in “ich” e mandati a frequentare, dal giorno alla notte, le scuole croate. Non lo auguro neppure ai peggiori nemici quel regime. Con una differenza tra allora ed oggi: allora nessun ragazzo (fiumano o istriano) sapeva il croato, oggi tutti i ragazzi delle “nostre” scuole il croato lo sanno benissimo, sono perfettamente bilingui: per loro i traumi sarebbero minori, ma per l’avvenire della nostra Comunità nazionale sarebbe la catastrofe.
Capisco pure, grazie all’età e all’esperienza che mi ritrovo, che un ragazzo croato o sloveno che segue tutta intera la verticale scolastica in lingua italiana a Fiume e nell’Istria, pur non trasformandosi in italiano, imparerà almeno ad amare e rispettare gli Italiani e la nostra cultura.

PIRANO CIRCOLO ITALIANO. Circolo Italiano di Cultura, CIC, di Pirano. Festival della Poesia del Mare di Pirano, 11-13 settembre 2020. Foto di Nataša Fajon.
Ecco, di fronte a questo quadro dei giovani, che risposta può dare un anziano come me, che ha visto anche giorni migliori? Migliori nel senso che, in passato, eravamo molto più numerosi di adesso, avevamo molte più scuole di adesso e, pur rimasti con un numero insufficiente di insegnanti, tiravamo avanti armati di coraggio, di tenacia e di orgoglio.
Quando chiusero la Scuola Magistrale di Fiume, quella italiana, nelle scuole elementari furono mandati a insegnare studenti liceali appena diplomati e qualcuno anche in attesa di conseguire il diploma. Che cosa possiamo dare a questi ragazzi per renderli sereni e fiduciosi nel futuro, se poi la casa editrice “Edizioni Italiane”, e cioè l’Edit di Fiume, non ha i mezzi indispensabili per fornire alle scuole quei libri di testo che non ci possono venire dall’Italia, ma devono essere prodotti e/o tradotti in loco per materie specifiche della storia, geografia, struttura politica e costituzionale, eccetera, della Croazia e Slovenia di cui questi ragazzi sono cittadini?
Come ci sentiamo noi nonni e padri e come si sentono questi nostri ragazzi quando qualcuno gli dice, al di là del confine, di essere figli e nipoti di “traditori”? È successo, purtroppo. O se qualcuno, sentendoli scambiarsi fra loro qualche parola in croato e sloveno, li ricopre di male parole? Poi quello stesso qualcuno si stupisce che questi nostri ragazzi parlano fino a quattro lingue (aggiunte ai dialetti) e conoscono tutte le capitali europee, mentre quel qualcuno ignora dove si trovino Zagabria e Budapest e, al massimo, se è stato come turista al di là dell’Adriatico, sa “tutto” di Poreč, Rovinj, Rijeka, Split e Dubrovnik, mentre i nostri ragazzi sono costretti a correggerli dicendo Parenzo, Rovigno, Fiume, Spalato e Ragusa.

PIRANO CIRCOLO ITALIANO. Circolo Italiano di Cultura, CIC, di Pirano. Martedì 1 settembre 2020 in piazza Tartini, i gruppi artistico-culturali della Comunità degli Italiani partecipano alla trasmissione televisiva dell’RTV Slovenia nell’ambito del progetto Tartini 250. Foto di Alan Radin.
Sono pochissimi i bisnonni, pochi i nonni, un po’ più numerosi i padri, ma insieme a loro sono tanti i figli e i nipoti che continuano a parlare la nostra lingua e i nostri dialetti; a scuola gli alunni trovano intere e consistenti antologie di scrittori e poeti italiani nati e formatisi restando sulla loro terra, la regione istro-quarnerina; questi nostri figli e nipoti con la loro presenza, con l’esistenza di questa “Piccola Italia”, smentiscono quei profeti di sventura. Gli anziani di oggi che affollano le sedi delle Comunità degli Italiani, molte delle quali sorte appena dieci, otto, cinque anni fa, sono i giovani di ieri che spesso anch’io rimproveravo di non frequentare abbastanza i “Circoli”.
I giovani di oggi che spesso si esprimono in croato e sloveno con i loro amici coetanei croati e sloveni, e che non sempre affollano le nostre sedi, saranno i padri e le madri di domani con un alto senso di istrianità, di fiumanità e di italianità. Crescendo in famiglie che hanno conosciuto quasi unicamente asprezze, durezze e rinunce nella vita – dapprima sotto il regime jugoslavo, poi sotto quello croato di Tudjman, con pochissime parentesi di vero benessere – questi ragazzi sono forti, bravi e meritano la nostra fiducia. A dispetto di certi nostri “santi protettori”, i quali si meravigliano, “scoprendoci”, nel costatare che questi ragazzi, figli e nipoti, pensando all’Italia usano l’espressione “Nazione Madre”.
Siamo stati noi, i vecchi, nonni e bisnonni, ad averglielo insegnato.
Un palazzo modello
Il primo di tutti i Circoli Italiani di Cultura venne creato a Fiume: il 2 giugno, nella popolare Sala Bianca sottostante il Teatro Fenice, fu costituito il comitato promotore del CIC, che nacque ufficialmente il 3 agosto con l’elezione di un comitato presieduto dal prof. Arminio Schascherl, che aveva posto le basi.
Con una solenne cerimonia di apertura, l’11 novembre 1946 fu ufficialmente inaugurato il domicilio del CIC nella sede prescelta di Palazzo Modello, uno degli ambienti più decorosi e rappresentativi della città. La sede e situata al secondo e al terzo piano del palazzo e comprende un bellissimo salone delle feste per manifestazioni varie e spettacoli, due biblioteche, la sala di lettura, quella delle mostre, il bar-ristorante con altre sale minori al secondo piano; al terzo piano i vani per le prove della SAC “Fratellanza”, quelli della sezione arti figurative, le aule della Scuola Modello di lingua italiana (con corsi per principianti e avanzati), il Centro Studi di musica classica e altre sale minori per riunioni e attività varie.
Un ruolo importante spetta alle due biblioteche: quella generale con 5.122 volumi e quella scientifica con 2.650 volumi, tra enciclopedie e testi di letteratura specializzata di medicina, ingegneria, architettura , arte, ecc., di notevole valore.
La Comunità degli Italiani ha attivato una mini farmacia a fini umanitari ed un ambulatorio medico generico per i soci connazionali.
Nel 1992 è stata aperta la Scuola di musica classica del Centro Musicale di Verteneglio “Luigi Dalla Piccola”.
Quella fiumana è una comunità molto attiva ricca di iniziative artistiche-culturali, ricreative, sociali e sportive che coinvolgono una grande massa di connazionali e di soci sostenitori. Tra le iniziative particolari sono importanti la pubblicazione della rivista “La Tore”.