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Categoria 9 Qui Londra 9 Le performance del Fulham e quelle controverse di Johnson all’ombra della Brexit e del Covid

Le performance del Fulham e quelle controverse di Johnson all’ombra della Brexit e del Covid

Le performance del Fulham e quelle controverse di Johnson all’ombra della Brexit e del Covid

In quest’anno abbiamo a poco a poco perso libertà e certezze. Quando la pandemia sarà sotto controllo, dovremo lentamente ritornare a vivere ed a gioire delle piccole e grandi cose insieme.

di FABIO STACUL

È passato poco più di un anno da quando la nostra vita, e potenzialmente il nostro futuro, è cambiato. Non lo sapremo quanto veramente però per alcuni anni in un modo scientifico, ma io lo riassumerei più velocemente ora unendo le mie due passioni: calcio e politica. Come guardare ad incredibili eventi storici attraverso un prisma quanto semplice e mondano come tifare e seguire una delle squadre di calcio minori di Londra.

Sono un tifoso del Fulham una delle 6 squadre di Londra che militano al momento nella Premier League; il Fulham che gioca in casa a Craven Cottage sulle rive del Tamigi non è una delle più blasonate squadre di Londra e normalmente non sarebbe la prima scelta per nuovi tifosi, ma proprio questa è una delle ragioni per la quale ho iniziato a seguire la squadra nel 2004. L’atmosfera familiare e amichevole e la possibilità di andare a vedere partite in tranquillità in uno stadio non tanto grande (circa 25 mila spettatori), ma pieno di storia, è stato fin dall’inizio ciò che mi hanno attratto verso il Fulham piuttosto che le grandi ma molto più impersonali squadre come Chelsea, Arsenal, Tottenham ecc. Il bisogno di appartenere, di seguire una squadra, sembra innato in molti immigrati ed andare a vedere partite è un momento indimenticabile di aggregazione con amici, ma anche avversari, nel campo ed amici nel pub fuori allo stadio.

È passato poco più di un anno da quando la nostra vita, e potenzialmente il nostro futuro, è cambiato. Non lo sapremo quanto veramente, però, per alcuni anni in un modo scientifico, ma io lo riassumerei più velocemente ora unendo le mie due passioni: calcio e politica. Come guardare ad incredibili eventi storici attraverso un prisma quanto semplice e mondano come tifare e seguire una delle squadre di calcio minori di Londra.

Sono un tifoso del Fulham una delle 6 squadre di Londra che militano al momento nella Premier League; il Fulham che gioca in casa a Craven Cottage sulle rive del Tamigi non è una delle più blasonate squadre di Londra e normalmente non sarebbe la prima scelta per nuovi tifosi, ma proprio questa è una delle ragioni per la quale ho iniziato a seguire la squadra nel 2004. L’atmosfera familiare e amichevole e la possibilità di andare a vedere partite in tranquillità in uno stadio non tanto grande (circa 25 mila spettatori), ma pieno di storia, è stato fin dall’inizio ciò che mi hanno attratto verso il Fulham piuttosto che le grandi ma molto più impersonali squadre come Chelsea, Arsenal, Tottenham ecc. Il bisogno di appartenere, di seguire una squadra, sembra innato in molti immigrati ed andare a vedere partite è un momento indimenticabile di aggregazione con amici, ma anche avversari, nel campo ed amici nel pub fuori allo stadio. 

Fulham Football Club

FULHAM. La sede del Fulham Football Club. Il Fulham è tra le prime squadre sorte a Londra, essendo stato fondato nel lontano 1879.

Allora, basta per ora parlare di calcio e pensiamo al 23 giugno 2016 ed al 12 dicembre 2019. Cosa ci dicono e cosa rappresentano queste date… sicuramente per me come per molti immigrati nel Regno Unito, sono date che non dimenticherò facilmente. La prima è il fatidico referendum Brexit. Il primo ministro di allora, il conservatore David Cameron, decise di indire il referendum per rispondere alla pressione di una parte del suo partito conservatore (antieuropeisti di lunga data), ma soprattutto per “controbattere” e zittire il partito indipendentista inglese UKIP di Farage, che stava guadagnando terreno e consensi.

Cameron si sentiva forte della buona vittoria elettorale del 2015 (maggioranza) ma anche del successo nel referendum sull’indipendenza della Scozia del 2014. Cameron pensava che con il risultato del referendum lui avrebbe consolidato la sua posizione e quella dei moderati conservatori ed allontanato per sempre ogni velleità del partito di Farage… quanto si sbagliava. Il 12 dicembre 2019 sarà invece la data della vittoria schiacciante di Boris Johnson, che ne farà di lui il primo ministro conservatore inglese con la più grade maggioranza dai tempi della Thatcher. 

Per capire la vittoria di Boris Johnson nel 2019 dobbiamo rivedere le motivazioni, i sogni e la pura astuzia politica che sono alla
base degli eventi degli ultimi 4 anni. Come nel calcio per vincere servono buoni giocatori ma anche buoni piani, allenamento e
abilità di adattarsi alla squadra contro cui si gioca per massimizzare ogni opportunità, lo stesso vale in politica e per Boris in particolare. Infatti quando Cameron indice il Referendum nel maggio 2016, una delle figure più controverse ma popolari della politica inglese, l’ex sindaco di Londra Boris Johnson, stava ancora ponderando il suo futuro e la strada verso il suo sogno di entrare
al n. 10 di Downing Street (residenza del primo ministro inglese).

Interessante che qui molti tendono a chiamarlo soltanto Boris, un fatto quasi unico per quanto riguarda capi di stato che ricorda familiarità, ma anche potenzialmente non lo stesso livello di rispetto se si usasse il cognome.

Boris Johnson

PRIMO MINISTRO. Boris Johnson, eletto a fine 2019.

Allora, come stavo dicendo, il referendum gli offriva una scelta cruciale, ma anche un’opportunità unica e irripetibile. Boris era un euroscettico quando era un giornalista del Daily Telegraph a Bruxelles alla fine degli anni ’80, ma aveva visto quanto l’Unione Europea alla fine avesse aiutato la Gran Bretagna economicamente. Quindi, all’inizio della campagna referendaria, si tenne in disparte ed è famoso nell’aver scritto due articoli, uno a favore dell’Unione europea ed uno a favore dell’uscita dalla Unione europea prima di prendere la decisione finale verso quest’ultima.

Con Cameron alla testa del governo e della campagna del NO per rimanere nell’Unione, Boris sarebbe rimasto sotto Cameron, quindi lo status quo lo avrebbe consolidato per gli anni futuri, mentre fare una campagna per il SÌ e, quindi per lasciare l’Europa, gli offriva quello che gli inglesi chiamano una “Win-Win situation”: un caso dove si vince, comunque vada. L’opportunità significava di sicuro diventare la figura più importante della campagna ed assicurava a Boris la possibilità di guadagnare il supporto dell’ala anti-europeista dei conservatori in caso di vittoria, ma anche di sconfitta, nel referendum ed, allo stesso tempo, avrebbe fatto di Boris l’anti Cameron in ogni caso ed un papabile candidato per la prossima leadership del partito conservatore.

Quindi alla fine di giugno 2016, mentre il mio amato Fulham FC sopravvive per il secondo anno nella seconda divisione inglese Championship (la nostra serie B) finendo al ventesimo posto su 24 squadre, nel referendum della Brexit il SÌ vince col 52% di preferenze e la strada dell’uscita dalla Unione Europea della Gran Bretagna era così iniziata. Dopo 47 anni di appartenenza, la Gran Bretagna aveva deciso di lasciare il più grande blocco socio-economico del mondo e sarà il primo Paese a farlo; infatti, sarà il primo Paese ad usare il fatidico “Articolo 50” del trattato Europeo di Lisbona che è considerato da tutti la Costituzione Europea.

Il risultato del referendum non aveva potere legale, ma il governo inglese, accettata la volontà popolare, comincerà a lavorare per rispettare la decisione di lasciare l’Unione. Il primo ministro David Cameron, comunque, coerentemente si dimise il giorno dopo del referendum, avendo sostenuto la parte perdente. I conservatori però rimarranno al governo sotto l’egida del nuovo Primo Ministro Theresa May, che ha battuto tutti gli altri aspiranti leader, incluso Boris, tradito all’ultimo momento da uno dei suo alleati più vicini, Michael Gove, che dirà nel 2016 nel lancio della sua fallita campagna personale per la segreteria del partito conservatore “che Boris non è adatto e qualificato a guidare il paese”, uccidendo ogni speranza di Boris di vincere la contesa.

Almeno Boris non porta rancore e, nella campagna del 2019, Gove è nuovamente al suo fianco ed a tutt’oggi è un vero importante ministro, effettivamente il secondo più importante ministro dopo il Primo Ministro nel suo ruolo di Chancellor of the Duchy of Lancaster, dove tra i vari compiti è responsabile fra l’altro di implementare la transizione della Brexit. Gli anni di Theresa May e le discussioni con Bruxelles riguardanti la Brexit possono essere riassunti in tre anni di polemiche, discussioni, scontri verbali; insomma un Paese diviso e sempre più polarizzato con la gente sempre più stufa della politica e bisognosa di parlare di qualcos’altro invece che di Brexit.

E qui di nuovo il calcio svolge un ruolo cruciale per me e molti altri residenti in Gran Bretagna; per lo meno possiamo andare a vedere tante partite di calcio nei vari stadi inglesi, dove per alcune ore possiamo dimenticare cosa sta per succedere ed il generale cambiamento di atmosfera che si comincia a percepire se sei straniero. Le partite di calcio assumono le moderne funzioni dei giochi dei gladiatori nel colosseo, ai tempi dei romani. Con mio figlio e gli amici vivo due stagioni con alti e bassi fino alla bellissima ed assolata partita a Wembley nel maggio 2018 dove, nella finale dei Championship Play Off, il Fulham batte l’Aston Villa e torniamo in Premier League dopo 4 anni di purgatorio.

Fulham F.C.

PREMIER LEAGUE. Lo stemma del Fulham.

Per mio figlio è la prima volta in Premier League, ma la gioia non dura troppo a lungo… a metà stagione iniziamo a realizzare che come siamo saliti, stiamo andando giù ancora più velocemente. Non fa niente e noi continuiamo ad essere fedeli alla maglia ed alla squadra. La stagione 2019/2020 inizia lentamente ma prendiamo quota verso i play off in dicembre 2019, allo stesso momento in cui Boris raggiunge il picco della sua carriera politica, fino ad ora e vince con un’ampia maggioranza nella House of Representative.

Infatti Boris finalmente era stato eletto leader dei conservatori e Primo Ministro in luglio 2019, dopo che Theresa May aveva dato le dimissioni. I primi 5 mesi del governo Johnson, da luglio a dicembre, sono un susseguirsi di sconfitte politiche e fallimenti, dovuti alla composizione del parlamento e alle fazioni “Remain” and “Brexiteers” presenti, che avevano reso impotente la May, prima, e stavano bloccando Boris nello stesso modo. Alla fine l’ancora di salvataggio viene lanciata a Boris dal partito indipendentista scozzese (SNP), i liberali e pure dei laburisti, che decidono che il modo di superare e “battere” i conservatori sarebbe stato quello di indire nuove elezioni anticipate nel dicembre 2019, soltanto pochi giorni prima della data del 31 gennaio 2020, giorno in cui ufficialmente la Gran Bretagna sarebbe uscita dall’Unione Europea. Sembra che la data fosse stata scelta per dare pochissimo tempo a chiunque vincesse di firmare qualsiasi accordo con l’Ue.

Boris aveva fatto di tutto per liberarsi del Parlamento e della sua maggioranza, condizionata dal supporto necessario degli Unionisti dell’Irlanda del Nord, ma secondo le leggi vigenti non aveva i numeri per indire da solo nuove elezioni. Questa decisione dei partiti di opposizione di andare ad elezioni avrà conseguenze fondamentali e si potrebbe dire che aprirà la strada alla Brexit.

Potremmo discutere per ore sui perchè e sul completo harakiri del partito liberale (tutto focalizzato sul rimanere in Europa, senza ascoltare il malessere di larghi strati dell’elettorato prevalentemente non urbano) e sulla peggiore disfatta del partito laburista guidato da un Corbyn, ancora legato alle politiche della estrema sinistra degli anni ’70 e mai in grado di levarsi di dosso il suo disdegno personale dell’UE, che lo ha portato a cercare di essere pro e contro la Brexit allo stesso tempo (peggior risultato dal 1935).

Craven Cottage

CRAVEN COTTAGE. Lo stadio ufficiale del Fulham, il Craven Cottage, sito in Stevenage Road, London SW6 6HH.

Nel frattempo, con il mio Fulham, dopo la breve apparizione di un anno nella stagione 2018/2019 nella Premier League (Serie A inglese), mentre Boris vince, anche noi vinciamo più partite di quante ne perdiamo nella seconda divisione inglese. Sono ottimista e mi piace andare a vedere le partite casalinghe a Craven Cottage con i miei amici e mio figlio. Abbiamo avuto l’abbonamento allo stadio dal 2014 e siamo andati a tantissime partite in casa e, negli ultimi anni, abbiamo pure iniziato a seguire il Fulham in trasferta, dal momento che le 23 partite casalinghe più le coppe, quando eravamo in Championship, e le 19 partite casalinghe più le coppe, quando eravamo in Premier League, non ci bastano!

Ovviamente non appena ci troviamo in Friuli non ci siamo mai privati della la possibilità di andare a vedere una partita dell’Udinese. L’opportunità di condividere una passione e momenti di gioia con mio figlio, ma anche con amici e familiari quando ci vengono a trovare, non ha prezzo. Negli anni abbiamo portato allo stadio decine di amici e parenti che non avevano mai visitato uno stadio, ma che sono stati colpiti dalla atmosfera, dall’entusiasmo e dalla birra occasionale che non può mancare in ogni stadio inglese. Quei momenti di legame tra padre e figlio ma, in generale, l’aggregazione di persone che condividono la stessa passione, mancano moltissimo sia a me che a mio figlio.

A febbraio ed addirittura nel marzo 2020, il termine Covid-19 non era ancora entrato a far parte del nostro lessico quotidiano e continuavamo indisturbati ad andare a vedere le partite. Con il senno di poi, ora posso dire che l’8 febbraio 2020 è stata la nostra ultima trasferta, Blackborn contro Fulham 0-1, dove abbiamo visto il Fulham vincere in trasferta, ma soprattutto dove abbiamo viaggiato con la squadra, tornando a casa in treno. Cinque ore per andare e altrettante per tornare, per vedere 90 minuti di calcio,  possono sembrare troppe, ma alla fine è stata un’esperienza unica ed indimenticabile che grazie alle foto e ai video possiamo rivivere nei lunghi giorni del lockdown.

Per dare l’idea dei ritmi delle partite delle squadre inglesi, posso dirvi che dopo questa trasferta sono andato ancora allo stadio il 12 febbraio con amici a vedere il Fulham pareggiare 0-0 contro il Millwall, una sconfitta 0-3 in casa da dimenticare contro il Barnsley il 15 febbraio, partita che sto ancora cercando di dimenticare dal momento che si trattava della squadra ultima in classifica e con due goal fatti da un nostro ex giocatore, Cauley Woodrow. Il 26 febbraio sono nuovamente al Cottage a vedere una vittoria al 96° minuto contro il Swansea, seguita da un altro 2-0 sempre al Cottage contro il Preston North End il 29 febbraio. Stiamo veramente andando alla grande, siamo terzi per la prima volta nella stagione e tutto va bene e non vogliamo mai fermarci… solo più tardi realizzerò che quella è stata effettivamente la nostra ultima partita e sicuramente ci siamo fermati, ed in modo brutale aggiungerei.

Nel febbraio 2020 in Gran Bretagna il Covid-19, come dicevo, non è ancora entrato nel lessico quotidiano e sembra che non ci stiamo preparando, anche se ci sono reportage sulla situazione drammatica in Italia con scuole chiuse, ospedali a Bergamo al collasso. Noi qui la prendiamo decisamente più comoda e due eventi lo riassumono per me meglio di mille parole:

– il Cheltenam Festival è il secondo più importante evento nel panorama delle corse di cavalli, nonché un posto per incontrarsi e farsi vedere, per gli appassionati dell’ippica inglese. Dal 10 al 13 marzo più di 250 mila spettatori sono stati presenti, con una punta di quasi 69 mila il quarto giorno (contro i 71 mila del 2019);

– la partita Liverpool – Athletico Madrid, l’11 marzo 2020, gara di ritorno dei sedicesimi della Champions League, vinta nei tempi supplementari dall’Atletico Madrid… tifosi presenti di tutte e due le squadre, oltre 52 mila.

Questi numeri sono incredibili, specialmente se si pensa che allo stesso tempo in Italia i morti superavano i mille e decine di migliaia di casi sono annunciati ogni giorno, con chiusure sempre più estese nel territorio nazionale. Nel frattempo però qui in Gran Bretagna, quel week-end (13 marzo), ufficialmente c’erano “soltanto” una decina di decessi accertati e l’attenzione era ancora prevalentemente sulla Brexit e sull’accordo che la delegazione inglese stava discutendo con la Commissione europea; accordo che Boris aveva promesso che sarebbe stato il più facile mai firmato… Poco sapevamo di quello che poi ci stava per colpire e che riuscirà a togliere la Brexit dal piedistallo d’onore in tutto ciò che la politica ed i giornalisti inglesi avevano parlato dal fatidico giorno di fine giugno del 2016.

Mentre il Cheltenham andava avanti, venerdì mattina del 13 marzo 2020, io sono andato normalmente al lavoro usando il treno che come ogni giorno era completamente pieno senza neppure spazio in piedi… distanza sociale e mascherine sicuramente non erano nemmeno considerati e queste ultime, tuttora, sono obbligatorie soltanto quando si usano i mezzi i pubblici e nei negozi, ma con delle eccezioni. Quindi sono al lavoro come ogni giorno e non vedo l’ora di andare allo stadio la sera, dopo lavoro, per lo scontro con la nostra rivale locale Brentford, con cui stiamo lottando per i primi posti della classifica.

Verso mezzogiorno però ricevo una notifica dal Fulham che la partita contro Brentford è stata posticipata a data da destinarsi e che questo valeva non solo per la Championship, ma anche per tutte le altre serie, a tutti i livelli. Infatti, tutte le partite di calcio erano state fermate almeno fino al 3 aprile 2020 a causa del Covid-19. Alla fine la partita verrà soltanto giocata molto tempo dopo e a porte chiuse alla fine di giugno, ma l’atmosfera nel paese è ormai cambiata e sfortunatamente anche la nostra forma era cambiata e perdemmo la partita 0-2 con due goal negli ultimi 10 minuti.

Lockdown a Londra

LONDRA. Al tempo del Covid.

Lockdown a Londra

Una volta ancora il calcio ha anticipato la politica nel decidere quello che è meglio per i giocatori e gli spettatori. Unica cosa in comune, purtroppo, è stata la miopia di tutti nel capire la portata di questa pandemia e la data del 3 aprile può spiegare quanto impreparati eravamo nel comprendere ed accettare che la nostra vita sarebbe stata completamente sconvolta. Io per primo mi dicevo, e dicevo a mio figlio, che se non proprio in aprile sicuramente in maggio avremmo ricominciato a giocare e che giocando bene saremmo tornati in Premier League… ma erano solo miei sogni.

Il resoconto di questa importante stagione inglese non si chiude qui. Nel prossimo numero analizzeremo le vicende che ne sono seguite, fra calcio, politica, Brexit e Covid sino a queste ultime settimane. Nell’ultimo anno abbiamo a poco a poco perso libertà e certezze ed a poco a poco ci siamo tutti logorati e non ci sono chiamate su Zoom, Skype o Microsoft Team che possono bilanciare questa perdita. Quando la pandemia sarà debellata o per meglio dire, sarà sotto controllo, dovremo lentamente ritornare a vivere e a gioire delle piccole e grandi cose insieme, ricordandoci quanto ogni piccola esperienza di vita quotidiana sia preziosa e debba essere assaporata al meglio, perché non si sa mai quando una nuova pandemia, nel nostro mondo così globalizzato, potrebbe tornare.

Inizia a scrivere la tua lista di cose da fare post Covid-19… sfortunatamente hai ancora un po’ di tempo. 

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