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Categoria 9 Contrappunto 9 Nora Gregor e in lontananza Gorizia

Nora Gregor e in lontananza Gorizia

Nora Gregor e in lontananza Gorizia

Pensando alle radici del nonno paterno emigrato in Cile negli anni Venti, un omaggio alla grande attrice goriziana morta nel lontano paese sudamericano.

di MARILISA BOMBI

Nella mia vita ho avuto la fortuna di aver viaggiato molto, soprattutto in Medio Oriente, di cui amo moltissimo odori e sapori. Ho un ricordo molto bello, ad esempio, di Hong Kong, che ho visitato per la prima volta quando ancora vi circolavano i tradizionali bus rossi a due piani e la polizia locale, in perfetto stile British, vestiva con gli immancabili bermuda color kaki. Quando ancora si poteva volare senza le limitazioni e le paure che caratterizzano questi nostri giorni infausti era divertentissimo, arrivati a destinazione, decidere il volo da prendere nei giorni successivi, a prezzi molto economici per andare a Kuala Lumpur, a Singapore o Bangkok utilizzando la compagnia low cost di Air Asia.

Oggi, tuttavia, con il senno di poi, mi è rimasto il cruccio di non essere andata in Cile, così come avrei potuto fare, a cercare le radici dell’esistenza di mio nonno paterno Francesco, emigrato in Cile negli anni Venti, che non ho mai, quindi, conosciuto. Questo mio desiderio irrisolto è ritornato prepotentemente nella scaletta delle cose da fare, prima o poi e – come si suol dire – Dio permettendo, mentre leggevo l’ultima fatica letteraria di Hans Kitzmuller, “Le domande di Neruda”, uscita per i tipi della Braitan.

In questo volume, che raccoglie le sue esperienze di viaggio per terra e per mare, un capitolo specifico è dedicato a Nora Gregor, che credo non siano in molti a sapere chi sia stata, per un insieme di coincidenze legate indissolubilmente alla storia di Gorizia. “Eleonora Hermina Gregor, come diligentemente riporta l’onnisciente Wikipedia, nacque a Gorizia il 3 febbraio 1901 e morì a Viña del Mar (cittadina poco distante da Valparaiso, Cile) il 20 gennaio 1949, è stata un’attrice austriaca.”

La complessità della sua storia, e per certi versi il motivo del fatto che ai più sia rimasta del tutto sconosciuta, deriva dal paradosso che ne fa il pur dettagliato database di MyMovies, laddove riporta che “Nora Gregor nasce a Gorizia sotto il segno dell’Acquario.” Ma Gorizia, all’epoca della sua nascita, apparteneva all’Impero Austro Ungarico e, pertanto, tale indicazione è del tutto inesatta.

Questa puntualizzazione è fondamentale per evidenziare non soltanto le incredibili vicende storiche che caratterizzano l’unicità di Gorizia, teatro – suo malgrado – di due guerre mondiali, ma anche come personaggi del calibro di Nora Gregor, cittadina austriaca, siano rimasti relegati ai margini della storia che, per lungo tempo, è stata a senso unico. Nel senso che l’obiettivo di creare una identità nazionale italiana forte mal si sarebbe coniugata con la valorizzazione di un personaggio politicamente scomodo.

Nora Gregor

PARABOLA. Nora Gregor, nata nel 1901 a Gorizia da una famiglia austriaca, ha abbracciato sia il teatro che il cinema, coltivati entrambi con la stessa intensità, arrivando a calcare le scene nei teatri di Vienna, Salisburgo e Berlino e a farsi illuminare dai riflettori hollywoodiani. Travolta dagli eventi, ha terminato i suoi giorni in solitudine e miseria in Cile.

 

Nora Gregor, infatti, non è stata soltanto un’affermata attrice teatrale e cinematografica, protagonista tra l’altro di uno dei film considerato capolavoro dalla storia del cinema, “Le regole del gioco di Jean Renoir”, ma anche moglie del principe austriaco Ernst Rüdiger Starhemberg la cui storia è alquanto discussa. Da convinto nazista, infatti, si era fortemente opposto all’annessione dell’Austria da parte della Germania, fino al punto d’arruolarsi con l’aviazione francese. Espropriato di tutti i suoi beni fu costretto dall’evidenza dei fatti ad emigrare prima in Svizzera, poi in Francia ed infine in Argentina.

Una storia tutta da conoscere, quindi, quella della goriziana Nora Gregor che Hans Kitzmüller ha raccontato nel romanzo “L’altra regola del gioco” e, ora, nel cameo racchiuso ne “Le domande di Neruda”. Una raccolta da leggere, anzi da divorare, e che rappresenta, sotto un certo punto di vista, l’eredità letteraria di un uomo del nostro tempo, convinto assertore della specificità della ricchezza culturale che soltanto un territorio come il goriziano è stato in grado di esprimere.

Del resto, la capacità di Kitzmüller di raccontare, attraverso luoghi e personaggi, l’unicità di queste terre contese era emersa già nel suo “E in lontananza Gorizia”; un testo che chiunque fosse intenzionato a conoscere l’essenza del goriziano dovrebbe leggere e che, alla fin fine, credo sia la base del progetto di Nova Gorica/Gorizia capitale della cultura europea 2025.

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