Non importa dove sei, le tue radici, le tue origini rimangono salde in te, sono i tuoi legami con la tua famiglia e la tua storia.
di MARTA BONESSI
Vivere all´estero negli anni di uno dei peggiori drammi della storia dell´umanità non è certo facile, la nostalgia per la famiglia e la propria terra viene acuita dalla lontananza forzata e dalla preoccupazione di non rivedere più le persone care a causa del Covid. La nostalgia è un sentimento potente che non può essere acuito dal nuovo benessere, ma paradossalmente convive con esso senza influenzarlo.
La mia famiglia, sia da parte materna che paterna, ha vissuto in modi diversi il dramma del distacco dalla propria terra. Mio padre, esule, è nato a Brioni nel 1940 ed ha lasciato con la sua famiglia l´isola nel 1943, per stabilirsi a Monfalcone. Sua madre si è rinchiusa nel silenzio per dominare il dolore della perdita della sua casa e della sua vita. La sorella di mia nonna materna, con la valigia di cartone, si è imbarcata con due figli piccoli subito dopo la seconda guerra mondiale per raggiungere suo marito che era partito per l’Argentina in cerca di fortuna. I loro figli sono cresciuti a Rosario e lì sono nati i nipoti, che tuttora partecipano attivamente alle attività del Fogolar Furlan locale e conoscono canzoni tradizionali triestine e friulane di cui io ignoro l’esistenza.
La loro esperienza credo che abbia in qualche modo condizionato la mia concezione delle radici, ho sempre pensato, e la visita al Fogola Furlan di Rosario in Argentina me lo ha confermato, che non importa dove sei, le tue radici, le tue origini rimangono salde in te, sono i tuoi legami con la tua famiglia e la tua storia e quindi non ho avuto paura di intraprendere questa nuova avventura, perché le mie radici sono solide e ben radicate nella mia terra.
La mia esperienza è diversa da quella dei miei antenati, io e mio marito facciamo parte degli emigrati di nuova generazione, noi non abbiamo dovuto scappare dalla povertà, non siamo andati all’estero per “cercare fortuna”, ma a seguito di un’offerta di lavoro, noi siamo degli expat, neologismo che, come dice l´affidabilissima Wikipedia, nell’uso comune si riferisce spesso a professionisti, lavoratori qualificati o artisti che assumono posizioni al di fuori del loro paese d’origine, indipendentemente o inviati all’estero dai loro datori di lavoro. Noi siamo stati spinti da un sentimento di scoperta, dalla volontà di accogliere una nuova sfida e crescere conoscendo una realtà diversa.
La realtà che abbiamo trovato non è stata però tanto diversa, perché il destino ci ha portato nella “Città italiana più a nord” e qui, da italiani, cresciuti con quell’impostazione austro-ungarica tipica della nostra terra, abbiamo trovato una nuova casa, nel senso più profondo del termine. Contrariamente a quanto si può pensare, Regensburg non è il “borgo della pioggia”, ma la “fortezza sul Regen”, fiume bavarese, che proprio nel centro della città patrimonio dell´UNESCO affluisce nel Danubio. Per molti Ratisbona, nome italiano del centro tedesco, è famosa perché qui Joseph Ratzinger, meglio conosciuto come Papa Benedetto XVI, ha a lungo vissuto ed insegnato teologia, ma per i locali è appunto la “Città italiana più a nord”. L´odierno centro urbano trae origine, infatti, da Castra Regina, un accampamento romano fondato nel 179 sotto l´Imperatore Marco Aurelio.

Il ponte tra Regensburg e l´Italia porta però anche a Duino, in quanto entrambe le località hanno in comune un edificio nobiliare di proprietà della famiglia tedesca dei Thurn und Taxis, resa celebre per il ruolo determinate che ha avuto nella creazione del moderno sistema postale. Il capo della casata, il Principe Alberto II di Thurn und Taxis vive tuttora nel castello di St. Emmeram situato nel centro di Ratisbona, dove la famiglia ha la sede principale dal 1748 e che, ogni anno sotto Natale, si trasforma in un luogo da favola grazie ad uno dei mercatini natalizi più suggestivi al mondo. Anche il Castello di Duino appartiene ai Thurn und Taxis, ma al ramo italianizzato della famiglia, il cui rappresentante, dopo la prima guerra mondiale, fu nominato primo duca di Castel Duino dal re d’Italia Vittorio Emanuele III di Savoia, ricevendo per sé e per i suoi discendenti la nazionalità italiana ed il cognome di Della Torre e Tasso.
Ritorna il concetto delle radici, in questo caso sono radici storiche invisibili che unisco e hanno sicuramente agevolato il nostro processo di integrazione. Le persone che abbiamo trovato su questo nostro nuovo percorso di vita hanno un’ammirazione genuina per la cultura italiana, a cui si sentono legati da quel sottile filo risalente all’epoca romana che crea attrazione ed appartenenza. Approfittando di questo ponte immaginario, noi non smettiamo mai di raccontare la nostra terra di origine per rendere quel ponte sempre più solido e trafficato di persone e sentimenti.
L’apertura nei nostri confronti è stata forse anche accentuata dal fatto che io e mio marito, partiti da Ronchi dei Legionari, siamo approdati alla corte dei Legionäre Regensburg, squadra di baseball militante nella massima serie tedesca, la Bundesliga. Una comunanza terminologica, meno storica, visto che parliamo di legionari di diversa origine ed estrazione, ma pur sempre simbolica per rappresentare il nostro viaggio.
Se quindi in questo contesto sportivo professionale abbiamo trovato un ambiente favorevole e sfidante, in Baviera abbiamo inoltre trovato un contesto sociale, culturale e politico, nel senso di gestione della polis, estremamente positivo. Il fatto che sia lo stato più ricco ed in crescita della Germania aiuta sicuramente, il distretto di Regensburg in particolare, registra ad oggi un tasso di disoccupazione del 3,7 percento, un dato che sembra già ottimo in un contesto generico, ma se paragonato al 2020 soffre di un aumento del 0,9 per cento effetto di una pandemia che non ha risparmiato nessuno.

CENTRO STORICO. Il centro storico di Ratisbona è stato dichiarato di Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco, che ha messo il sigillo di edificio protetto su 1500 palazzi. Qui sopra uno degli edifici più significativi, il Municipio Vecchio (Altes Rathaus), costruito tra il XIII e il XVIII secolo, già sede dell’Immerwährender Reichstag, l’assemblea permanente dei principi del Sacro Romano Impero, ospita un museo storico nel quale si può visitare fra l’altro la sala dell’assemblea, vari appartamenti e la camera di tortura.

Le potenzialità per una veloce ripresa sono comunque insite nel tessuto economico della città e nelle modalità di gestione della crisi applicate in Baviera dall’inizio della pandemia. Una comunicazione efficacie e rassicurante, con tempi di preavviso congrui, un forte intervento economico dello stato che fin dal principio ha garantito la sopravvivenza e la tenuta del tessuto economico e preservato il benessere delle famiglie, regole restrittive, ma allo stesso tempo equilibrate, e soprattutto un sistema sanitario che anche nei momenti più complessi ha mantenuto alti standard di efficienza e ricettività.
Ciò che tuttavia ha fatto veramente la differenza, anche a livello di percezione della crisi, soprattutto se comparato con l’azione italiana in tal senso, è stato ed è l’approccio preventivo, basato su un’offerta su larga scala di test, gratuiti ed accessibili a tutti anche senza sintomi o condizioni, che nelle ultime settimane ha visto il proliferare di piccoli centri per i test veloci, che offrono un servizio capillare, rapido ed un certificato che permette per esempio di fare acquisti nei negozi in tutta sicurezza.
Ovviamente tutto il mondo è paese e lamentele e proteste non sono mancate neppure qui, a dimostrazione che l’insoddisfazione o comunque la reazione è insita nel genere umano a prescindere dalla appartenenza geografica o culturale. Ciononostante, avendo in un certo qual modo vissuto questo momento epocale su due fronti, quello tedesco e indirettamente quello italiano, va detto che questo periodo di incertezza e lontananza dagli affetti è stato forse semplificato da quella percezione di sicurezza, che non ho avvertito nelle purtroppo sporadiche occasioni in cui sono riuscita a rientrare in Italia o comunque nei racconti dei miei famigliari e amici.
La speranza, motore della vita della maggior parte delle persone nel mondo in questo momento, è di poter presto ritornare alla tanto agognata normalità per rinsaldare quei legami con famiglia, amici e con le proprie radici, per poter di nuovo sentire il profumo del mare, rivedere i colori del Carso e riassaporare il nostro vino e le nostre eccellenze culinarie insieme alle vecchie e nuove conoscenze, perché noi expat abbiamo il dovere di far conoscere la nostra terra e portare, ora attraverso i racconti, domani fisicamente, le persone ad amarla come noi che vi abbiamo vissuto possiamo fare.

MEDIOEVALE. Il ponte di pietra (Steinerne Brücke) del XII secolo sul Danubio, che collega il centro storico con lo Stadtamhof. Per più di 800 anni, fino agli anni ’30, è stato l’unico ponte della città sul fiume. Sullo sfondo il Duomo di Ratisbona, conosciuto anche come Cattedrale di San Pietro, punto di riferimento della città.
I Guggenberger Legionäre Regensburg
Associazione fondata nel 1987, i Guggenberger Legionäre Regensburg sono il più grande club di baseball della Germania, con circa 900 soci e più di 25 squadre: dai bambini di tre anni agli adulti, con ben cinque team seniores, di cui tre militanti nelle massima serie tedesca, la Bundesliga (1a e 2a divisione Baseball, Bundesliga Softball), fino agli amatori, che hanno formato una Lega cittadina con più di 10 squadre.

BASEBALL A TUTTO CAMPO. Con oltre 900 membri, i legionari Guggenberg Regensburg sono la più grande organizzazione di baseball in Germania. Con oltre 25 squadre, dalle più giovani (Bambini, Teeball e Coachpitch) alle ragazze e donne (Softball) agli uomini, copre tutti i campionati e le fasce d’età. Qui sopra Tomas Bison, nato e cresciuto a Ronchi dei Legionari e manager dei Guggenberger Legionäre Regensburg, militanti nella 1. Bundesliga. Foto di Michael Schöberl.
La sede dei Legionäre è la Armin Wolf Baseball Arena, uno tra gli impianti completamente dedicati a baseball e softball più belli d´Europa con 5 campi, una palestra indoor e un edificio che ospita lo Sportinternat Regensburg, ovvero il collegio sportivo dove 30 giovani atleti di diverse nazionalità vivono, studiano e si allenano. La maggior parte degli atleti fa parte della Regensburg Baseball Academy, una delle prime accademie sorte in Europa per crescere i futuri campioni dello sport più popolare degli Stati Uniti.
Una grande famiglia, la Legionäre Family, il cui nome si ispira alla storia romana della città di Regensburg. Da quest´anno i Legionäre, con la sua Baseballschule, organizzano in estate anche campi estivi internazionali per ragazzi stranieri, con alloggio in famiglia per imparare una lingua straniera, tedesco o inglese, vivere una esperienza culturale e divertirsi con mazze, guantoni e palline (www.legionaere.de).

CAMPIONI. Alex Schmidt incoronato con l´elmo da Legionario dopo un fuoricampo. Foto di Michael Schöberl.
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