Il “sotan” e il “famei” sono spariti e con loro sono scomparsi certi termini una volta di uso comune.
di JACK DEGANO
La più constatabile lista di termini spariti dalla lingua friulana è dovuta alla evidente scomparsa dell’attività agricola del piccolo contadino. Il sotan, il famei, il colono/mezzadro sono spariti, e con loro sono scomparsi certi mezzi di trasporto e termini una volta comuni: il mus, lis redinis, la brene, la carete, il cjar, il scjalarut, il belancin, i stadeis, la scorie, il tamon, il cjarpint. Ricordo addirittura il sarè (il surrey inglese?) che usava siôr Gjosuè quando aveva bisogno di essere trasportato a Udine o Codroipo.
Altri animali usati nella campagna includevano i bous, i nemâi (buoi bianchi dalle lunghe corna) e il mul. Nel cortile si potevano trovare poleçuts, cunins, cjavris, cjastrons, vidiei, dindis, rassis e pantianis! Le attività agricole comportavano l’uso di tanti strumenti: il cjarudiel, la vuarzine, il vuarzanon, la trape, il falcet, la côt, il codâr, la sesule, la scjalete, il jubâl, il tului, il comat. Tra le attività figuravano: seâ, meti in col, solzâ, ristielâ, rarî, i balçs, la mede, la fuee, scjarfoi, arbe rosse, arbe menighe, il sorc, la morene, il soreâl, i claris.

CINCINNATI. Canale a Vine Street. Circa 1900. Responsabile del progetto: Michael Blankenship.
Le attività domestiche.
Mentre il lavoro in campagna era tipico dell’uomo, la vita in famiglia coinvolgeva tutti i membri, dai piccoli ai nonni. I piccoli erano spesso incaricati di partâ a passon lis pioris o lis ocjis usando una lunga uiscje. I ragazzi più grandicelli andavano a pescjâ crots, cjapâ farcs, tindi lis passaris.
Tra le attività domestiche si ricordano: la lave, la lissjive, resentâ, gugjâ, comedâ i cjalçuts, il glemuç. In casa c’era il spolert, i cjardêrs di ram, il cop, la cjardere da la polente, il bronzin da la mignestre di fasôi, il cjavedâl, il tamês, la podine, la bree di lavâ, la panarie, il zei, la cosse, il stramaç, lis çunculis. A secondo delle stagioni, la famiglia era coinvolta in certe attività quali: molzi, scartossâ, purcitâ, folâ la ue, preparâ il caratel, il brantiel, lâ al mulin da la roe, da dove si portava a casa la farine, la semule e il noli. Ogni primavera si tenevano i cavalêrs, che venivano nutriti con la fuee di morâl. A metà mattino si andava in laterie a prendere il sêr pai purcits.

COSA STA SUCCEDENDO? Questo murale parla della vitalità della comunità di Downtown, dove figure enormi sbirciano fuori dalle loro finestre per vedere cosa sta succedendo nella città intorno a loro. I dettagli architettonici sono ispirati agli architravi e ai davanzali reali che si trovano nel centro di Cincinnati. Responsabile del progetto: Ted Hendricks.
La vita sociale
La religione aveva una parte importante nella vita dei nostri connazionali. Già da piccoli si metin in Comunion, vengono vescolâts e alcuni diventano zago. Il capo dei zagos era il cjaluni e aveva una divisa distinta dagli altri. Durante la Settimana Santa, per tre giorni le campane tacevano e i chierichetti avvisavano i fedeli con il suono delle scaraçulis e il batecul. Ogni domenica c’era la Messe piçule e Messe grande, e nel pomeriggio c’era il Gjespui. Dopo Vespro si andava in piazza e con une palanche si poteva comprare cjastinis, luvins, cuarnetis, bagjigjis, miluçs, piruçs, coculis, nolis e naransis. Ogni paese teneva il purcit di sant’Antoni, che andava di casa in casa e veniva venduto a scopo benefico.
La vigilia di Natale gli adulti andavano a una funzione serale che ai piccoli era descritta comadins cul cit. Durante la novena di Natale si cantava il Missus Est. Tra le professioni, si ricordano: muni, mulinâr, cjaliâr, marangon, gua, cjaradôr, ostîr, fari, muradôr, massare. Specialmente al Venerdì da Marano venivano in bicicletta le pessaris maranesis che vendevano masanetis, saradelis, gût e altre qualità di pes. Invece il bacalà, si acquistava in paese, dove era ammorbidito con colpi di maçuele su un çoc.

CITTÀ DI MURALES. Da sinistra: Mr. Tarbell Tips His Hat, Jim Tarbell, vestito come Peanut Jim Shelton, il venditore di noccioline che serviva i suoi clienti indossando uno smoking e un cappello a cilindro, mentre dà il benvenuto ai visitatori della città.
“Così è se vi pare”
Questo breve excursus di parole ormai andate in disuso non dovrebbe meravigliare. È successo in passato e in diverse civiltà. La differenza sta nella celerità con cui questi mutamenti si stanno avverando. Se uno guarda ad alcune raccolte di testi friulani del ‘500 e del ‘600, non può non rilevare quanto lento sia stato lo sviluppo della nostra lingua. Mentre gli attuali cambiamenti si sono avvicendati in due generazioni. Ogniqualvolta parlo con i miei amici e parenti più giovani mi accorgo di essere parte di un’altra generazione. Non solo certe parole non entrano più nel linguaggio, ma anche alcune delle parole di comune uso vengono italianizzate.
Non più spongje, ma burro; non più barbe/agne, ma zio/zia. E questo mentre parlano in friulano, imparato a scuola! Di fronte a questa ineluttabile situazione non c’è molto da ridire. La scrittura cuneiforme e i geroglifici egiziani se ne sono andati e gli studiosi e i ricercatori hanno una professione assicurata. Noi abbiamo il nostro bravo Pirona che renderà facile una ricerca che qualcuno volesse fare fra un altro paio di generazioni! Speriamo che il ladino/friulano rimanga una lingua parlata per secoli avvenire. Abbiamo fonti del ‘500. Speriamo di cûr che il nostro “parlare” possa rimanere lingua viva per altri 500 anni!
ArtWorks Public Murals
A Cincinnati i murales caratterizzano dozzine di superfici urbane. La città vanta murales in 36 quartieri di Cincinnati. Gran parte dell’arte pubblica che dà vita al paesaggio di Cincinnati è stata organizzata da ArtWorks dopo essere stata commissionata dall’ex sindaco di Cincinnati, Mark Mallory. Modellato su un programma simile a Philadelphia, il programma murale ArtWorks trasforma la città in un’opera d’arte vivente con l’aiuto di artisti locali professionisti e giovani apprendisti.

CINCINNATI. Fresh Harvest di Jonathan Queen, i cui prodotti sembrano uscire dal quadro.
ArtWorks è una premiata organizzazione no profit della Grande Cincinnati che sviluppa investimenti in creatività. L’organizzazione collabora con istituzioni della comunità e residenti, imprese, governi, fondazioni e organizzazioni non profit per creare opere d’arte creative che rafforzano la reputazione internazionale della regione come destinazione artistica.
ArtWorks impiega artisti professionisti che ispirano e guidano diversi team di giovani, di età compresa tra 14 e 21 anni, aiutandoli a sviluppare capacità professionali. Questi team hanno completato più di 12.500 progetti artistici pubblici e privati nei 25 anni di attività di ArtWorks, inclusi più di 200 murales permanenti all’aperto

CINCINNATI. Collages sulla strada principale.