L’edizione del preziosissimo manoscritto, custodito nella Biblioteca Guarneriana di San Daniele del Friuli, tramanda una delle copie più antiche al mondo dell’Inferno di Dante.
di RADA ORESCANIN
L’opera ha per titolo Dante Guarneriano. Bellezza in codice ed è stata curata da Angelo Floramo, direttore scientifico della Biblioteca Guarneriana, per valorizzare uno degli esemplari più antichi dell’Inferno dantesco, arricchito da splendide miniature nonché da ben due commenti, uno in latino di Graziolo de’ Bambaglioli, autore considerato fra i più importanti glossatori del Poeta, e l’altro, in volgare, composto fra il 1324 e il 1334, che sta riservando molte sorprese per quanto concerne la sua attribuzione, configurandosi come un inedito assoluto mai prima trascritto né debitamente studiato.
Il manoscritto, acquistato da mons. Giusto Fontanini nel 1717, fu trascritto probabilmente a Firenze dai notai Paolo Puccini e Pietro Bonaccorsi tra la fine del Trecento e gli inizi del Quattrocento ed è arricchito, nella prima parte, da tre splendide miniature attribuibili a Bartolomeo di Fruosino, uno dei più grandi illustratori fiorentini, la cui arte fu importante per lo sviluppo della miniatura fino alla seconda metà del Quattrocento.
Il Codice viene riproposto sia nella fedele riproduzione fotografica integrale di ogni sua carta, rispettandone dimensioni e formato, sia nell’esame delle sue parti, operato secondo un principio di analisi stratigrafica e tesa ad evidenziare tutte le peculiarità più rilevanti e degne di nota. L’edizione fedelissima in “fac simile” del preziosissimo manoscritto Fontaniniano 200, custodito nella Biblioteca Guarneriana di San Daniele del Friuli, che tramanda una delle copie più antiche al mondo dell’Inferno di Dante Alighieri, non è l’unico codice della Commedia conservato nelle biblioteche del Friuli Venezia Giulia, ci sono anche il Bartoliniano nella Biblioteca Arcivescovile e Bartoliniana di Udine e il Florio nella Biblioteca dell’Università di Udine.

RARITÀ. Il preziosissimo manoscritto Fontaniniano 200, custodito nella Biblioteca Guarneriana di San Daniele del Friuli, tramanda una delle copie più antiche al mondo dell’Inferno di Dante Alighieri.
In tema di curiosità letterarie, si deve ricordare che il bollettino della Società Filologica Friulana, a partire dal 1925, prese il titolo di “Ce fastu” riprendendo il frammento del De vulgari eloquentia (I, 11) in cui Dante accenna alle caratteristiche linguistiche della regione friulana. Giacomo Scotti, nell’articolo che precede, dà una interpretazione che attenua e
capovolge il segno negativo della frase.
Direttore responsabile del Ce fastu della filologica è lo scrittore, storico e notaio Pietro Someda de Marco (1891-1970). Dal 1934 al 1938, all’intitolazione “Ce fastu?” è nuovamente preferita quella di “Bollettino”, mentre dal 1939 la rivista ne assume l’intitolazione attuale. Ce fastu? è inserito nella lista europea ERIH PLUS (European Reference Index for the Humanities and Social Sciences).
