Storie dal porto di Trieste nelle cronache del gionale “Il Lavoratore” ai tempi d’oro della Compagnia Austro Americana.
“All’arrivo nel nostro porto d’ogni piroscafo proveniente della Dalmazia, nelle vicinanze del moli o addirittura sui moli, aspettano e si aggirano guardinghi dei brutti ceffi, i quali si spacciano per ‘sensali di emigranti’. È una professione ‘illecita’ questa, e punibile con il carcere; ma la si esercita ugualmente, con rara sfacciataggine perché è molto fruttuosa e perché l’autorità… non dà noie.”
“Quando uno di questi sensali (dalmati, per lo più, o montenegrini) può avvicinarsi ad un gruppo di emigranti, l’affare è fatto, egli li convince ad andare in un’osteria, si professa loro patriota, si mostra pieno di premure per loro, e poi comincia a offrire i suoi servigi, cioè ‘il biglietto di passaggio per l’America a buone condizioni e su piroscafi celerissimi…’ senza alcuna pretesa di ricompensa. Così lusingati gli emigranti cadono nella rete. Il sensale lascia gli emigranti nella bettola e va nelle Agenzie di viaggi o nelle rappresentanze di Società di navigazione ad offrir loro il proprio ‘prodotto’ chiedendo dalle dieci alle trenta corone per emigrante a titolo di senseria.”
Si deve alla biblioteca civica Attilio Hortis di Trieste l’inserimento nell’emeroteca digitale delle copie digitalizzate dei numeri di inizio Novecento del settimanale Il Lavoratore, che in sintonia con la sua linea editoriale, non manca di ospitare articoli di denuncia sociale. Nell’edizione del 2 luglio 1910 si racconta la singolare storia e i guadagni dei “sensali” che procuravano emigranti alle Agenzie locali per i viaggi transoceanici.
E poiché il guadagno per questo “traffico” di emigranti era illecito, ecco trovato l’escamotage, come si legge nelle cronache del giornale. “L’Agenzia, o la rappresentanza, d’accordo col sensale, aumenta il prezzo del passaggio di quei tanto che il sensale esige per ogni emigrante! Affare illecito, anche questo, anzi infame; ma pure è l’affare di tutti i giorni e lo si fa perché l’autorità… non vede.”

Ma a Trieste ci sono anche altri sfruttatori di emigranti. “Ci sono molti osti e molti affitta letti, i quali esercitano contemporaneamente anche la professione di ‘sensali di emigranti’. A questi osti ed affittaletti vengono indirizzati da certi incaricati, benevisi dalle Agenzie di viaggio… gli emigranti, i quali poi, con le loro finzioni, vengono spietatamente truffati sul prezzo del viaggio. Questo commercio viene esercitato cosi sfacciatamente, in modo così ributtante, che le Agenzie e le rappresentanze mandano i biglietti di viaggio nelle osterie di quei osti-sensali e nelle case di quei affitta letti-sensali. A quanto si afferma, un oste di Cittavecchia si è fatto ricco con queste mediazioni. E può essere benissimo perché l’Austro Americana paga a questi sensali di carne umana una senseria anche di diciotto corone per emigrante.”
L’Austro-Americana era una grande e famosa società di navigazione con sede a Trieste, quando la città era il principale porto dell’Impero Austro-Ungarico. Era stata fondata nel 1895 da Gottfried Schenker, August Schenker-Angerer e William Burell, spedizionieri e fondatori della “Schenker Spedition” (Spedizioni Schenker) con lo scopo di realizzare un collegamento marittimo per il trasporto delle merci tra l’ Austria-Ungheria ed il Nord America.
Le prime quattro navi della società furono acquistate in Inghilterra. I primi viaggi collegarono Trieste a Brunswick, Charleston, Wilmington e Neuport News e, a seconda delle necessità, verso altri porti della costa orientale nordamericana. Nel 1904 la flotta era costituita da diciannove navi. In questo stesso anno, per la prima volta, vennero organizzati dei viaggi per il trasporto dei passeggeri. Si trattava per lo più di emigranti che decidevano di partire per gli Stati Uniti d’ America.
Dal 1906 l’ Austro-Americana ottenne il diritto di trasportare anche gli emigranti, cittadini del Regno d’ Italia, che partivano da Napoli e Palermo. Nel 1907 venne attivato il servizio marittimo verso il Sud America. Nel 1910 la società ottenne l’incarico per il trasporto della corrispondenza sulle rotte del nord e sud dell’ Atlantico. Nello stesso periodo venne inaugurata, e sostenuta finanziariamente dallo stato, la linea Trieste-Rio de Janeiro-Santos-Buenos Aires.

AUSTRO AMERICANA. I primi viaggi collegarono Trieste a Brunswick, Charleston, Wilmington e Neuport News e, a seconda delle necessità, verso altri porti della costa orientale nordamericana. Nel 1904 la flotta era costituita da diciannove navi e, per la prima volta, vennero organizzati dei viaggi per il trasporto dei passeggeri. Si trattava per lo più di emigranti che decidevano di partire per gli Stati Uniti.
Nei confronti dell’Austro-Americana, Il Lavoratore aveva più volte acceso i riflettori. Il 25 giugno 1910 aveva ospitato una segnalazione di un lettore in cui si denunciava che la società aveva in quasi tutte le province dell’Austria degli agenti che eccitano i contadini e gli operai all’emigrazione, nonostante che “la legge 21 gennaio 1897 lo annovera fra i delitti punibili con arresto rigoroso da sei mesi fino a due anni”. Tuttavia “le leggi non contano, per certi signori“. La stessa compagnia, se non aveva partenze nell’immediato, imbarcava gli emigranti su piroscafi d’altre società in altri porti, cedendo telegraficamente “il suo prodotto verso una provvigione in precedenza fissata.”
Nel servizio del 2 luglio, il giornale riferisce che “l’autorità industriale di prima istanza ha preso ora un provvedimento per la difesa (così si usa dire) degli emigranti. Ha proibito alle Agenzie di viaggio a alle Società di navigazione di inviare ai moli i propri incaricati per la vendita di biglietti agli emigranti, perché quei tali incaricati recavano ai moli per istigare i passeggeri in arrivo ad emigrare. Il provvedimento sarebbe ottimo se fosse esteso a tutte le Agenzie, a tutte le rappresentanze di Società, e se poi si cercasse davvero di impedire il lavoro dei sensali di emigratiti. Ma invece all’Austro-Americana e alle rappresentanze di Società di navigazione d’altri Stati è tuttora permesso di inviare propri incaricati sino ai moli ad accalappiare gli emigranti.
Così, si raggiunge l’effetto contrario a quello che sarebbe da raggiungere, perché gli emigranti, adesso, non hanno più neppure la possibilità di far confronti sui prezzi delle varie Agenzie; adesso, restano in balia dei cosiddetti fattorini privilegiati dell’Austro-Americana. Le altre Agenzie devono sperare soltanto nella ‘produzione’ dei sensali di emigranti, i quali saranno spinti ancor più al loro commercio infame, perché tenuti ancor più in considerazione dalle su accennate Agenzie.
Se si vuole evitare l’inumano sfruttamento degli emigranti, e si vuole davvero salvarli dello truffe di gente senza scrupoli, bisogna adottare mezzi più radicali. Bisogna che l’emigrante rimanga libero dl procurarsi il biglietto dove vuole, personalmente; bisogna proibire severamente alle Agenzie di vendere i biglietti agli emigranti per il tramite dei sensali; bisogna vigilare attentamente sui noli, sulle osterie e sulle case degli affitta letti a cui di solito vengono diretti gli emigranti, affinché nessuno posse abusare della loro inesperienza. Ma per meglio riuscire allo scopo lo Stato dovrebbe istituire a Trieste un Ufficio di informazione per emigranti (gratuito) ed assistere quei disgraziati dal giorno del loro arrivo a Trieste sino all’imbarco, sottraendoli così allo sfruttamento di tanti negrieri.”


LA SOCIETÀ. L’ “Austro-Americana” è stata una grande e famosa società di navigazione con sede a Trieste, quando questa era il principale porto dell’Impero Austro-Ungarico. Venne fondata nel 1895 con lo scopo di realizzare un collegamento marittimo per il trasporto delle merci tra l’Austria-Ungheria ed il Nord America. Nel 1902 entrarono nella società i fratelli Cosulich. Uno dei Cosulich, Antonio, aveva fondato a Lussinpiccolo nel 1857 una società di navigazione. Nel 1889 si era trasferito a Trieste, dove assunse la direzione della “Società Cosulich”.