Storie di navi, traversate, capitani coraggiosi e migranti.
di LUCIO GREGORETTI
Carlo Stiaccini, docente di Storia Contemporanea presso l’Università degli Studi di Genova e coordinatore delle attività di ricerca del Centro Internazionale di Studi sull’Emigrazione Italiana, attraverso le testimonianze dei comandanti scritte sui diari di bordo, con questo libro ci porta in un’affascinante traversata degli oceani. L’oceano sterminato, la valigia legata con lo spago, il biglietto con il proprio nome manoscritto. La permanenza in terza classe, le speranze coltivate, la paura dell’ignoto. Il viaggio via nave verso le Americhe costituisce l’immagine più nota dell’emigrazione italiana.
Carlo Stiaccini, che è anche referente scientifico per il museo dell’emigrazione del Mu.MA (Istituzione Musei del Mare e della Navigazione presso il Galata di Genova), approfondisce il viaggio dei grandi transatlantici attraverso le testimonianze dei diari di bordo, documenti che registrano nascite, morti, incidenti, emergenze sanitarie. Spesso correlate da riflessioni personali e descrizioni dettagliate, i diari assumono un carattere unico e diventano delle vere e proprie narrazioni. Queste „scritture soggettive”, come le definisce l’autore, ricostruiscono l’esperienza di migrazione italiana verso le Americhe attraverso una nuova diversa prospettiva.
Tra il 1876 e il 1976, più di 11 milioni di italiani hanno attraversato l’oceano Atlantico alla ricerca di lavoro e di una vita migliore. Il mare segna, dunque, l’inizio di molte storie di emigrazione: le traversate transcontinentali raggiunsero l’apice all’inizio del Novecento, prima della Grande Guerra con una media di 300 mila persone dai quattro porti autorizzati di Genova, Napoli, Palermo e Messina. Se da un lato il viaggio si configurava come la speranza verso un futuro migliore, dall’altro rappresentava una fase di sacrificio a partire dalle condizioni della traversata a cui l’emigrato era costretto a sottomettersi.

PER MARE. Carlo Stiaccini, Andar per mare. Storie di navi, capitani coraggiosi e migranti tra Otto e Novecento. Torino, L’Harmat:tan Italia, pp. 200, € 26.
Nella prima fase dell’emigrazione italiana, dall’Unità d’Italia del 1860 all’inizio del 1900, i bastimenti erano prevalentemente delle vere e proprie „carrette del mare”, velieri stipati di viaggiatori. A partire dal 1913 vennero emanate in Italia le prime norme organiche per disciplinare questi viaggi. Vennero istituiti gli ispettorati dell’emigrazione in ciascun porto d’imbarco e commissari viaggianti da scegliersi tra gli ufficiali medici della Marina.
Gli emigranti italiani furono anche coinvolti in molte tragedie e persero la vita in quelli che vennero definiti come „vascelli della morte”. Il trasporto degli emigranti rappresentò la fortuna di tante compagnie marittime che, a migliaia, portarono i nostri connazionali nei vari continenti, spesso in condizioni disagevoli. Sistemati nelle stive, in battelli stracarichi, privi di ogni comodità, esposti alle temperature più calde o più fredde, in situazioni igieniche precarie, come si può ricostruire dalle tante testimonianze di quel tempo e come mostrano eloquentemente i documenti e le immagini dell’Ellis Island Immigration Museum, situato nell’isolotto dinanzi a New York, principale punto d’ingresso e di quarantena per gli immigrati che sbarcavano negli Stati Uniti.

COSULICH LINE. Le traversate oceaniche dei transatlantici, il sentimento di speranza e i timori dell’ignoto nei viaggi fra Ottocento e Novecento.
Le tristi statistiche dell’esodo di massa, di quel periodo, danno il segno dell’ampiezza di questi flussi: quasi 5 milioni e mezzo furono gli italiani emigrati in America, di cui 4 milioni e mezzo nel periodo fra il 1980 e il 1924 e tutti utilizzando, ovviamente, il mezzo marittimo. Tra l’altro, nel 1900, sul totale di 97.927 emigranti partiti dall’Italia per il Nord America, 79.787, cioè 83%, era stato trasportato dalla bandiera estera e 18.140, 17%, da quella italiana, che per queste ragioni si apprestava da allora a rafforzare la propria flotta. Per questo inserirsi nel mercato internazionale dei trasporti marittimi in questa prospettiva, fu un’opportunità di crescita per la marina mercantile italiana.
L’idea di creare un’unica compagnia di navigazione italiana fondendo quelle esistenti, per contrastare la concorrenza straniera, risaliva all’indomani dell’Unità d’Italia. Nel 1873, al fine di risolvere la situazione debitoria della Rubattino, le banche iniziarono a proporre la fusione fra le due maggiori compagnie di navigazione italiane, appunto la Rubattino e la Florio. Il 4 settembre 1881 fu costituita a Genova la Navigazione Generale Italiana.

PER MARE. Dagli archivi dei Cosulich, una storica pianta delle due navi gemelle Saturnia e Vulcania.
In cerca di fortuna. L’emigrazione italiana dall’Ottocento a oggi.
Una selezione di commenti, reportage, analisi e cronache della stampa dei principali paesi di destinazione – Stati Uniti, Argentina, Brasile, Australia, Canada, Venezuela, Francia, Svizzera, Germania, Belgio e Regno Unito – per raccontare un fenomeno che nell’arco di centocinquant’anni ha riguardato circa venti milioni di persone. E che non si è ancora interrotto. Con un portfolio sugli italoamericani di New York e una graphic novel dedicata al massacro di Aigues-Mortes, in Francia, del 1893. Editore Internazionale Prezzo: € 14,00.