La familia Bonoris in Argentina e la statua del Sacro Cuore arrivata ad Orgnano nel 1926.
La famiglia Bonoris era una delle più antiche della popolazione di Orgnano, abitava nell’attuale casa degli Zamparmi. Dallo schema genealogico si desume che il cognome di origine era Venir, o Venier, che poi venne modificato per necessità di distinzione. Era gente laboriosa ed ingegnosa nell’arte meccanica, si rese benemerita per l’invenzione dei graticci, tessuti a maglia di rete metallica che facilitava l’areazione preservando il baco da seta da malattie parassitarie. L’invenzione si diffuse poi ampiamente in tutto il Friuli.
Era una famiglia agiata, ma anche dotata di grande fede e timore di Dio e la cui ospitalità e generosità erano note in tutto il Friuli. In seguito questa generosità e alcuni rovesci di fortuna ne provocarono la decadenza economica. Venduta la restante sostanza immobiliare, Pietro Bonoris, con la moglie Maria Castellani Romanello di Basaldella e con i numerosi figli, verso la fine del 1872 parti da Genova per Buenos Aires. Erano gli anni della grande emigrazione dei coloni friulani in Argentina.
La popolazione di Orgnano per un senso di gratitudine e di ricordo intitolò ai Bonoris l’attuale via Podgora. Pietro Bonoris, da pratico agronomo, studiò la natura della terra dall’Argentina e, seguendo il metodo friulano, coltivò vastissime pianure a cereali, foraggi e altre colture tipiche del Friuli. Anche se lontani, i Bonoris non si dimenticarono del paese dei loro avi. Per questo due suore della famiglia Bonoris, in seguito a un voto fatto durante un tremendo terremoto che le aveva sorprese mentre si trovavano in Cile, nel 1926 fecero pervenire ad Orgnano, tramite il loro cugino Mons. Pietro Dell’Oste la statua del Sacro Cuore.

ORGNANO. Festa quinquennale del Sacro Cuore di Gesù, nell’80° anniversario, nel 2006. Foto Bollettino Orgnano. La tradizionale festa eucaristica, che risale al 1926, si rinnova solennemente ancor ai tempi nostri a Orgnano, frazione del comune di Basiliano, attorno alla maestosa statua donata dai Bonoris.
Le cronache giornalistiche del tempo raccontano così il momento dell’inaugurazione: „A Orgnano grande solennità per l’inaugurazione della Statua del Sacro Cuore di Gesù, dono di Suor Maria Flores di S. Maria dell’Orto, al secolo Bonoris, nata in Orgnano, emigrata colla Famiglia in Argentina, ove con altra sorella si fece Suora ed ove, dalla Famiglia Bonoris divenuta ricchissima, ebbe il denaro. La festa fu preceduta da un Triduo predicato da don Comuzzi, Parroco di Lestizza. Parecchi confessori. Comunioni circa 400. Funzionò Mons. Pietro dell’Oste Can. della Metropolitana di Udine, parente della Famiglia Bonoris, che si interessò non poco per ottenere e far trasportare la Statua da Torino, ove fu fabbricata. I bambini dell’asilo gli fecero festa ed il Parroco gli rivolse pubblicamente un discorso di ringraziamento, consegnandogli un indirizzo, firmato dalla popolazione, colla preghiera di trasmetterlo a Suor Maria Flores, che era già partita per la sua destinazione di Betlemme. La sera grandiosa, imponente Processione colla Statua portata da un’automobile, bellamente addobbata, guidata dal figlio del Sig. Andrea Couvre da Udine che volle offrire la sua macchina affatto gratuitamente per questo servizio”.

La tradizionale festa eucaristica che risale al 1926 si rinnova solennemente ancor ai tempi nostri a Orgnano – frazione del comune di Basiliano, posta a sud della Pontebbana tra Campoformido e Basiliano – attorno alla maestosa statua donata dai Bonoris, „famiglia di alti valori morali e cristiani” e di cui uno dei figli, Roque Fernandez, è stato Ministro dell’Economia, in segno di riconoscenza per essere riuscita a sbarcare nella Terra del Fuoco, così come ricorda una ricostruzione di un vecchio bollettino parrocchiale: „la popolazione di Orgnano riconoscente e grata stabilì che in loro onore fosse festeggiata la grande solennità del Sacro Cuore ogni cinque anni”.
Anche due fratelli di Pietro, don Giacomo e don Giuseppe con la sorella Rosa e la nipote Domenica, nel febbraio 1884 partirono per l’Argentina. Don Giuseppe divenne poi il primo Parroco di Colonia Caroya, paese fondato dai primi coloni friulani. Le sue spoglie si conservano al centro della chiesa da lui costruita. Sopra il sepolcro su una lapide di marmo si legge „Don Bonoris Giuseppe, nato il 23.4.1822 a Orgnano Italia”.
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Nella parrocchiale di Colonia Caroya
Visitando la chiesa parrocchiale di Colonia Caroya, in Argentina – la città fondata nel 1878 da quasi duecento famiglie friulane – proprio ai piedi del presbiterio ci si trova davanti a una lunga lapide di marmo grigio che riporta una scritta in spagnolo: “José Bonoris, R.I.P. Dotato di virtù sacerdotali, primo parroco di questa parrocchia, di cui fu il più entusiasta promotore e fautore. Nacque a Orgnano (Italia) il 23 aprile 1822. Morì in questa Colonia il 27 luglio 1898. I coloni grati gli dedicano questo ricordo. 1899”.
Dal registro di protocollo della Curia Arcivescovile di Udine 1882-85, risulta che, il 22 gennaio 1884, a don Giuseppe Bonoris fu “concesso di partire per l’America”. Insieme a lui fu autorizzato a partire anche don Giacomo Bonoris, suo fratello maggiore, nato a Orgnano il 23 gennaio 1817 e consacrato sacerdote il 27 marzo 1841. Nulla si sa delle motivazioni che hanno spinto i due fratelli sacerdoti, non più giovani (avevano infatti già, rispettivamente, 62 e 67 anni), ad attraversare l’oceano per raggiungere i corregionali che laggiù stavano costruendo una nuova vita e allo stesso tempo un nuovo paese.
Nel 1885 i due fratelli sono i cappellani dei nostri emigrati a La Merced, la casa comune delle 180 famiglie di friulani arrivate nel 1878 a Colonia Caroya, ricavata in un ex seminario dei Gesuiti. Nel 1886 sono loro a confortare i vivi e a seppellire i morti durante la grave epidemia di colera che colpì la zona. Il presbitero (il prete) José (Giuseppe in lingua spagnola) è il sacerdote che esorta i suoi fedeli a votarsi alla Nuestra Señora de Montserrat, obbligandosi a effettuare una processione il 2 febbraio di ogni anno.
Primo parroco dei nostri emigrati in Argentina, le cronache del tempo dicono che, il 31 maggio di quell’anno, recitò il Santo Rosario presso il capitello della Madonna di Lourdes. È ancora il presbitero José Bonoris a benedire, il 5 agosto del 1888, la prima pietra della chiesa di Colonia Caroya e, tre anni dopo, il 14 marzo del 1891, tredicesimo anniversario dell’arrivo delle famiglie friulane, a benedire l’inaugurazione del presbiterio, dove da quel momento saranno celebrate le Messe, mentre si continuava a costruire il resto della chiesa, inaugurata nella sua completezza il 14 febbraio del 1896, ancora una volta benedetta dal presbitero José Bonoris, elevato nel frattempo dal vescovo di Córdoba al ruolo di parroco e vicario interinale.
Il 27 luglio del 1898, per disposizione del Vescovo, si diede pietosa sepoltura ai suoi resti all’interno del tempio, alla cui costruzione aveva profuso tanto impegno.

COLONIA CAROYA. Due particolari della chiesa parrocchiale di Colonia Caroya, costruita nel 1898 dopo la fine dell’epidemia di peste.