La formazione dei geniali maestri dell’arte musiva.
di RADA ORESCANIN
Fu Lodovico Zanini, delegato per il Friuli della Società Umanitaria di Milano, a suggerire l’istituzione di una scuola per mosaicisti ed Ezio Cantarutti, sindaco di Spilimbergo, a concretizzare l’opera. Così nel 1922 nacque a Spilimbergo la Scuola Mosaicisti del Friuli.
Qui e non altrove per la radicata tradizione del mosaico e del terrazzo presente nel mandamento; una tradizione che fu raccolta, documentata e divulgata anche attraverso le relazioni che Zanini inviò ad Augusto Osimo. In realtà, il progetto originario di tale scuola risaliva a due anni prima, con l’ipotesi di istituire nella località di Sequals, patria dei migliori mosaicisti, “una scuola preparatoria per l’insegnamento dell’arte del terrazzo e del mosaico ed un laboratorio per il perfezionamento e l’avviamento degli allievi” (così Il Piccolo di Trieste del 29 luglio 1920).
Resoconti, riunioni, corrispondenze fitte tra la sede centrale dell’Umanitaria, il delegato friulano e le istituzioni locali erano proseguite per un anno, individuando anche chi avrebbe dovuto essere nominato direttore della scuola: il maestro d’arte Anton Giulio Sussi. Il problema restava la questione finanziaria: l’amministrazione locale precisava che “è necessario che il finanziamento sia subito abbondante in modo che la scuola possa sorgere forte e senza ostacoli”. Ma la prassi dell’Umanitaria era quella di condividere oneri e onori, e quindi di ripartire equamente la spesa tra tutti i soggetti coinvolti.

ECCELLENZA. La Scuola Mosaicisti del Friuli è stata fondata nel primo dopoguerra per offrire opportunità di studio e di lavoro ai giovani, su iniziativa di Lodovico Zanini, delegato della Società Umanitaria di Milano a Udine e di Ezio Cantarutti, sindaco di Spilimbergo. Raccose la tradizione dei mosaicisti e dei terrazzieri della pedemontana friulana che, dal Cinquecento in poi, hanno tracciato nel mondo le vie del mosaico con le loro realizzazioni.
Il 22 agosto 1921 il sindaco di Spilimbergo, che fin dall’inizio aveva contribuito al progetto, faceva all’Umanitaria una proposta difficile da rifiutare, proponendo la sua cittadina (stazione ferroviaria e capolinea di un servizio automobilistico collegato a tutto il distretto) come località ideale per una scuola di mosaicisti. Era il 22 gennaio del 1922 quando, d’intesa con l’Umanitaria (che ne avrebbe seguito lo sviluppo fino all’avvento del fascismo), fu avviata la lezione inaugurale della Scuola.
Nel labile tessuto socio-culturale del primo dopoguerra, gli allievi vedevano nell’Istituto un’importante opportunità, sapevano di poter imparare un’arte e un mestiere dignitosi e stimolanti. Il primo è il mosaico presentato alla Biennale di Monza a corredo della fontana progettata da Raimondo D’Aronco (1923), seguito da una collaborazione significativa con il designer Marcello Nizzoli per la realizzazione di elementi d’arredo promozionali per la Campari.
Oggi la Scuola Mosaicisti del Friuli, il più importante centro dedicato alla formazione musiva, continua a valorizzare la tradizione e l’aggiorna con un occhio di riguardo alla contemporaneità, sostenendo l’idea di mosaico che si cala nel presente e guarda al futuro nel linguaggio e nel contenuto. Un mosaico che è mestiere e arte, nella sensibile capacità di collegare alla sapienza delle mani, l’intuizione, il pensiero, l’idea, sia nei percorsi didattici aggiornati di anno in anno, sia in scambi culturali con altri Istituti e Accademie, rimanendo collegati con le dinamiche della vita attuale, creando cioè le condizioni per far crescere le opportunità di lavoro per i giovani.