Dalla Bisiacheria ai Rangers Glasgow, l’incredibile storia di Marco Negri, dai suoi esordi al successo, ma una pallina da squash gli rovinò la carriera.
di PAOLO POSARELLI
Parte da una piccola cittadina del Friuli Venezia Giulia, Staranzano, e da Monfalcone la favola calcistica di Marco Negri, un giovane che aveva nel dna la carica dello sportivo attivo, che lo divideva tra pallacanestro e calcio. Ma grazie allo sprone dell’amico Andrea Pasian, Marco scelse il football che divenne il leit motiv.
Dalla “bisiacheria” approda all’Udinese dove, grazie al mister Adriano Bulfoni, vero talent scout, lo carica di responsabilità e lo lancia a 360 gradi nel mondo professionistico. Da questo momento entra a piè pari nel grande circuito, approdando nel tempo in varie esperienze con team italiani.
Poi per Negri giunse il momento della definitiva svolta e della sua consacrazione. Non si lascia scappare l’occasione dall’estero e arriva l’opportunità da non poter sfuggire: i mitici Rangers Glasgow, che vedono in lui il perfetto sostituto dell’ormai anziano McCoist e soprattutto avere accanto per la sua crescita connazionali come Amoruso, Porrini e “ringhio” Gattuso. Gli scozzesi, dopo aver vinto 9 campionati consecutivi, scelgono proprio Marco Negri durante il calciomercato estivo in vista dell’inizio del campionato 1997/98.
L’esordio di Negri nel calcio scozzese è a dir poco eclatante: va a segno 23 volte nelle prime 10 giornate di campionato. Alla seconda giornata il 23 agosto 1997 è la storia assoluta che fa emozionare migliaia di supporter scozzesi, contro il Dundee United mette in luce tutto il suo vasto repertorio, segnando ben 5 goal: da grande opportunista dell’area di rigore, di testa, di potenza e anche con uno strepitoso pallonetto da fuori area che ancora i media si ricordano, dopo un ubriacante dribbling alla Maradona su un avversario. Un vero delirio di emozioni.
Trasforma tutte le occasioni proposte in goal e ogni assist di Paul Gascoigne e Brian Laudrup trovano in lui l’ideale finalizzatore e così diventa ben presto l’idolo di migliaia di supporters scozzesi. Le sue prestazioni non passano inosservate nemmeno in Italia. Il CT della Nazionale Cesare Maldini, che si dice sia deciso a convocarlo per una delle amichevoli di preparazione che portano ai Mondiali di calcio Francia ‘98.
Ma il destino beffardo è dietro l’angolo. Un mercoledì di gennaio, per tenersi in allenamento anche in quello che sarebbe dovuto essere il suo giorno di riposo, accetta di andare a giocare una partita a squash con il compagno di squadra Porrini, ma il destino crea qualcosa di imponderabile: durante la partita la pallina lo colpisce violentemente all’occhio destro e la diagnosi rivela un parziale distaccamento della retina.
Da quell’incidente niente sarà più lo stesso: perde il posto in favore dell’anziano McCoist, il pubblico non gli trasmette più quel calore che gli aveva riservato e dedicato al suo arrivo, non si trova più a suo agio nello spogliatoio. All’improvviso non sente più la fiducia dell’ambiente e si sente totalmente estraneo in quel contesto: l’incantesimo sembra essersi interrotto. A fine stagione i goal in campionato saranno 32, che gli varranno, oltre al titolo di capocannoniere, anche il 5° posto nella classifica della Scarpa d’Oro. La decisione e di ritornare in Italia. Ma nel mondo del calcio per milioni di tifosi rimarrà per sempre una grande stella indelebile.

CAMPIONE. Ha giocato con due campioni del mondo come Materazzi e Gattuso, ha calcato gli stessi campi, indossando la medesima maglia di campioni assoluti come Laudrup, Gascoigne, Richard Gough. Alberto Marco Negri, classe 1970, legò gran parte della sua carriera nel calcio estero, oltre le Alpi, abbandonando una Serie A che non lo ha mai capito fino in fondo e riuscendo a realizzarsi in quel di Scozia con la maglia di una delle più prestigiose squadre di sempre, i Rangers Glasgow. Nel 1988, c’è la consacrazione calcistica di Marco Negri in modo clamoroso: va a segno 23 volte nelle prime 10 giornate di campionato. Qualcosa di incredibile che culmina con la seconda giornata contro il Dundee United segnando ben 5 goal. Poi una pallina di squash gli danneggerà un occhio e renderà dificile la sua ripresa in campo. Tornerà in Italia, prima in prestito al Vicenza, poi a Bologna, Cagliari, Livorno e il ritorno a Perugia, prima di appendere gli scarpini al chiodo a 34 anni. Non dimenticando mai quella maledetta pallina da squash nell’occhio in una giornata libera che gli rovinò “l’atmosfera magica”.