Successo del progetto integrato di formazione dei giovani corregionali dell’Argentina nel campo vitivinicolo.
di MAURO SABBADINI
Nelle relazioni fra Friuli Venezia Giulia e Argentina il campo vitivinicolo rappresenta un settore importante dove sviluppare la collaborazione scientifica e tecnologica e i corregionali emigrati e i loro discendenti possono essere i migliori “ambasciatori” per rafforzare i reciproci rapporti.
Su queste basi l’Associazione Clape nel Mondo, ente riconosciuto dalla Regione, ha avviato un progetto integrato di cui è capofila per promuovere formazione, assistenza tecnica e scambi per coinvolgere il sistema delle aziende agricole regionali. Dal 20 agosto 2022 una delegazione di giovani laureati agronomi, figli dei friulani che sono andati a vivere in Argentina, sono stati ospiti ai vivai di Rauscedo per un periodo di conoscenza didattica e di visite studio che hanno coinvolto diverse realtà friulane.

FORMAZIONE. Momenti della formazione dei giovani argentini a Rauscedo.
Le opportunità di sviluppo delle reciproche relazioni nel settore agricolo sono molto ampie: l’Argentina rappresenta un polo vitivinicolo tra i più importanti del continente americano. Attualmente ha una superficie coltivata a vite di circa 215 mila ettari e oltre 24 mila vigneti. La grande ampiezza della superficie, unita alla struttura delle valli, crea le migliori condizioni climatiche e territoriali per la coltivazione di una vasta varietà di tipologie, anche di alta qualità. Nell’ultimo decennio, si è sviluppato un processo di ammodernamento che ha coinvolto le colture e le tecnologie, spesso di provenienza italiana.
È in questo contesto che si colloca il Progetto Integrato della Clape nel Mondo e delle altre associazioni, incentrato sulla formazione dei giovani corregionali, in particolare sulle nuove varietà resistenti e sull’impiego di nuove tecniche, specie nella spumantizzazione. Durante il periodo di formazione gli ospiti argentini hanno anche effettuato visit study nelle realtà più qualificate della regione, mentre all’Università di Udine hanno seguito il corso specifico tenuto da prof. Enrico Peterlunger e della dott.ssa Alessia Cogato. Il progetto si concluderà con un Forum previsto nelle città di Mendoza e di Buenos Aires.

FORMAZIONE. Momenti della formazione dei giovani argentini a Rauscedo.
DALL’ARGENTINA AL FRIULI
L’ESPERIENZA DEI GIOVANI CORREGIONALI
Silvana Rosa Pellegrini
Enologa – San Juan
Il Friuli è sempre stato molto legato alla nostra famiglia, poiché mia madre è di Osoppo. A casa viviamo le usanze friulane a tutti gli effetti. Dal cibo, alle conserve, ai canti, alla vinificazione, tutte tradizioni che ai miei hanno permesso di continuare a sentire di non aver lasciato il loro posto e, a me, la mia identità argentina-friulana. Tornare in Friuli è sempre tornare a casa.
In questa occasione un’esperienza legata al mio lavoro quotidiano di questa esperienza, visitando così tante aziende di diverse dimensioni, ma sempre familiari, abbiamo potuto osservare il lavoro che hanno svolto per passare dall’essere un semplice progetto a organizzazioni più solide, scommettendo sull’incorporazione di tecnologia, innovazione e integrando professionisti che hanno fatto crescere e rendere quel Friuli industriale. Il lavoro unito dal cooperativismo era la forza di cui i piccoli avevano bisogno per poter crescere, contribuendo ciascuno con quello che aveva, rendendoli così più forti.
Durante il nostro soggiorno ho visto come, differenziando un prodotto, come il prosecco, si potesse valorizzare un luogo e dare importanza mondiale al lavoro svolto per tanti anni. Questo grazie al mantenimento di un obiettivo comune che è sempre quello di sostenere e valorizzare la qualità, dalla materia prima che sono i vigneti, ai processi produttivi in cantina. Torniamo con la voglia di trasferire ciò che abbiamo imparato in ognuno dei nostri luoghi e dei nostri progetti, con nuovi amici, con possibilità di scambi commerciali e di avviare processi di eccellenza nelle nostre attività.
DALL’ARGENTINA AL FRIULI
L’ESPERIENZA DEI GIOVANI CORREGIONALI
Martìn Contessi
Ingegnere agronomo – Colonia Caroya, Córdoba
È stata una grande esperienza che mi ha permesso di condividere con altri colleghi e professionisti legati alla viticoltura, una grande quantità di conoscenze e innovazioni, dimostrando il potenziale italiano e in particolare della regione Friuli Venezia Giulia di fare grandi cose e raggiungere l’eccellenza in cosa propongono.
Personalmente, vedere le idee dei miei antenati messe in atto nel presente, come le cooperative vitivinicole e frutticole e i punti di forza che hanno queste tipologie di aziende, mi permette di immaginare situazioni simili nella mia zona e nella regione. Non solo in termini organizzativi ma anche nelle innovazioni produttive, come i vitigni resistenti alle malattie, che possono generare grandi benefici ambientali ed economici per i produttori della regione e del Paese.
Anche l’idea di generare legami tra paesi e aziende per portare parte di questa innovazione ed eccellenza nella nostra regione. Uno degli aspetti più forti è il ricongiungimento con le proprie radici, che genererà quella nostalgia e quella nostalgia per i nonni che non ci sono più e hanno lasciato quelle terre in cerca de “L’América”.
Ma allo stesso tempo sentirsi a casa, per trovarsi in situazioni che, essendo di Colonia Caroya, si sentono familiari e vicine, negli odori, nel cibo, nei modi, e generano una gioia nell’anima che non può essere paragonata a nessun’altra.
DALL’ARGENTINA AL FRIULI
L’ESPERIENZA DEI GIOVANI CORREGIONALI
Carlos Aruani
Ingegnere agronomo – Mendoza
Il programma di lavoro è stato molto intenso e completo, in cui ho potuto conoscere tutti gli anelli che partecipano alla filiera della produzione vinicola italiana. Ho trovato molto importante conoscere le piccole e grandi imprese e le cooperative del FVG, e il modo in cui possono convivere nello stesso mercato. Era anche fondamentale conoscere le industrie che orbitano attorno alla produzione.
L’esperienza è iniziata dove ha inizio tutta la produzione, ovvero presso i VCR, Vivai Cooperativi Rauscedo, dove ho potuto osservare l’applicazione di norme di controllo che garantiscono l’identità e la salute delle piante di vite. Anche il lavoro che viene svolto per sviluppare nuove varietà resistenti incrociando con l’obiettivo di evitare l’uso eccessivo di agrofarmaci da parte dei produttori, riducendo così l’inquinamento e i costi di produzione, e infine sottolineo il programma di salvataggio di varietà obsolete, che non servono solo come patrimonio genetico, ma anche come insieme di strumenti utilizzati per ottenere caratteristiche di interesse.
Quello che ci ha arricchito di più è stato riuscire a capire che la cooperativa fa parte del DNA del Friulano, che l’unione fa la forza, al punto che in un paio di momenti della storia della cooperativa sono stati i soci che sono venuti in suo soccorso. Abbiamo avuto la possibilità di viaggiare atraverso il territorio del Friuli Venezia Giulia e conoscere molte zone dove abbiamo potuto degustare vini con caratteristiche molto diverse ma sempre ottimi. Inoltre, abbiamo conosciuto i processi di lavorazione e produzione di serbatoi in acciaio, barche di legno, linee di imbottigliamento, confezionamento e palettizzazione, stoccaggio e produzione di altri derivati dell’industria vinicola.
Dal punto di vista professionale, la cosa più importante che mi resta è che ci sono altri modi per fare bene le cose e che si possano ottenere ottimi prodotti. Lo spirito di cooperazione è eccezionale, l’integrazione di tutte le parti per il bene comune e come dipenda dall’impegno individuale per andare avanti di fronte a qualsiasi avversità. Penso che sia quello che mi piacerebbe di più trasferire nel mio ambiente di lavoro.
Dal punto di vista personale mi ha commosso conoscere le mie origini, culla dei miei avi, mi ha aiutato a capire ancora di più i miei nonni che non sono più con me, al punto da rivivere i ricordi in modo molto più completo. Ho anche portato nel mio cuore tante persone che ho conosciuto e con cui ho stretto amicizia, con le quali continuiamo un contatto preparandoci per un eventuale futuro ricongiungimento.
Grazie al mio attuale lavoro, con alcune delle persone che ho conosciuto ho iniziato un rapporto che potrebbe dare frutti dal punto di vista commerciale, con un interesse per lo scambio di tecnologie di produzione nella direzione di una viticoltura più sostenibile ed ecologica.