Il Rapporto Italiani nel Mondo redatto dalla Fondazione Migrantes è la miglior guida per conoscere la realtà degli italiani all’estero, ricco di inaspettate sfaccettature e sorprese.
Fra le tanti pubblicazioni e libri che raccontano le nuove emigrazioni dei tempi attuali e che hanno connotati assolutamente diversi da quelli del passato, ce n’è una che meglio di ogni altra riesce a documentare e spiegare questo fenomeno. Si tratta del pregevole Rapporto Italiani nel Mondo che annualmente viene redatto dalla Fondazione Migrantes. Il Rapporto è giunto, quest’anno, alla diciassettesima edizione e si avvale di autori e autrici che, dall’Italia e dall’estero, hanno lavorato a diversi saggi.
Il volume raccoglie analisi socio-statistiche delle fonti ufficiali, nazionali e internazionali, più accreditate sulla mobilità dall’Italia. La trattazione di questi temi procede a livello statistico, di riflessione teorica e di azione empirica attraverso indagini quali-quantitative. Se nel 2020 l’aumento della popolazione AIRE è stato del 3% (ma la mobilità era rallentata dalle restrizioni Covid e dalla Brexit), questo dato diventa il 6,9% dal 2019, il 13,6% negli ultimi cinque anni, ben l’82% dal 2006, anno della prima edizione del Rapporto Italiani nel Mondo.

ITALIANI NEL MONDO. Tabella tratta dal Rapporto Italiani nel Mondo della Fondazione Migrantes.
Sono molti i motivi di riflessione che emergono considerando le dinamiche di questo Rapporto nel tempo. I dati relativi alle partenze comunicano che stiamo assistendo ad un cambiamento rispetto al passato: a partire dall’Italia sono sicuramente i giovani (quasi il 40% sul totale mediamente) e i giovani adulti (25,0%), ma le crescite più importanti si notano dai cinquant’anni in su (+20% nella classe di età 50-64 anni; +35% nella classe 65-74 anni; +50% nella classe 75-84 anni). Come leggere questi dati?
Sicuramente ci si trova di fronte alle necessità di provvedere alla precarietà lavorativa di italiani dai 50 in su rimasti disoccupati e soprattutto privi di prospettive in patria (definiti nel Rapporto Italiani nel Mondo “migranti maturi disoccupati”). Si tratta di persone lontane dalla pensione o che hanno bisogno di lavorare per arrivarvi e che, comunque, hanno contemporaneamente la necessità di mantenere la famiglia.

ITALIANI NEL MONDO. Elaborazioni grafiche tratte dal Rapporto Italiani nel Mondo della Fondazione Migrantes.
Con il passare del tempo e l’evoluzione della mobilità italiana stanno emergendo nuove strategie di sopravvivenza tra i genitori-nonni che sono inizialmente il trascorrere periodi sempre più lunghi all’estero con figli e nipoti già in mobilità, fino al completo trasferimento di tutto o di buone parti dell’anno solare (si tratta del “migrante genitore-nonno ricongiunto”).
Ha riscosso, a tal proposito, molto successo l’iniziativa imprenditoriale “La mia mamma”, un ristorante di cucina italiana dove a cucinare sono le mamme dei giovani italiani che hanno scelto Londra come meta del loro progetto migratorio. Le cuoche sono chiamate a fare un lavoro in turnover: ogni tre mesi, cioè, si alternano modificando i menù sulla base delle loro regioni di origine.

ITALIANI NEL MONDO. Elaborazioni grafiche tratte dal Rapporto Italiani nel Mondo della Fondazione Migrantes.
Un altro profilo da considerare è il “migrante di rimbalzo” ovvero chi, dopo anni di emigrazione all’estero soprattutto in paesi europei (Germania, Svizzera e Francia) oppure oltreoceano (Argentina, Cile, Brasile, Stati Uniti), è rientrato in Italia per trascorrere la propria vecchiaia “in paese”, ma rimasto vedovo/a, e magari con i figli nati, cresciuti e lasciati all’estero, decide di ripercorrere la via del rientro nella nazione che per tanti anni lo ha accolto da migrante e che oggi, stante le difficili condizioni socioeconomiche vissute dal Belpaese, gli assicura un futuro migliore.
Un ultimo profilo sul quale porre l’attenzione è il “migrante previdenziale”. Che siano pensionati “di lusso”, colpiti da precarietà o sull’orlo della povertà, si tratta di numeri sempre più importanti. Le traiettorie tracciate da queste partenze sono ben determinate: si tratta di paesi con in corso una politica di defiscalizzazione, territori dove la vita costa molto meno rispetto all’Italia e dove il potere d’acquisto è, di conseguenza, superiore. Ma non è solo il lato economico a far propendere o meno al trasferimento: vi sono anche elementi altri, più inerenti alla sfera privata quali il clima, l’humus culturale, la possibilità di essere accompagnati durante il trasferimento e la permanenza. Tutto questo porta gli anziani a vivere serenamente dal punto di vista economico e con grande opportunità di essere integrati.

ITALIANI NEL MONDO. Elaborazioni grafiche tratte dal Rapporto Italiani nel Mondo della Fondazione Migrantes.